IL RECOVERY FUND NON E’ UN REGALO. LA PRIORITA’ SONO I PROGETTI CONCRETI, E’ TEMPO DI COSTRUTTORI

Roberto Gualtieri, come un buon padre di famiglia, ricorda che il Recovery Fund non e’ un regalo, ma un debito.
Piu’ che litigare su chi gestisce i soldi, occorrono progetti tecnicamente fatti bene, cantierabili, bancabili, che diano ritorni economici e che non facciano aumentare il debito pubblico. E’ tempo di costruttori.
Personalmente, continuo a pensare che le priorità debbano essere nell’educazione perché investire in questo settore equivale a investire sul futuro. La pandemia ci ha mostrato il ruolo cruciale dei servizi educativi, nella vita dei bambini e delle bambine, così come nel quadro complessivo di un welfare di supporto alle famiglie, requisito essenziale per il macro-obiettivo del raggiungimento della parità di genere. Quella di ampliare, rafforzare e integrare la copertura dell’offerta dei servizi educativi e scolastici per i bambini tra 0 e 6 anni nonché degli interventi a sostegno della genitorialità è una delle priorità che si sono imposte sull’agenda nelle discussioni relative all’utilizzo del fondo #NextGenerationEU, che già dal nome mette al centro le nuove generazioni.

Secondo gli ultimi dati Istat la disponibilità di nidi in Italia è ancora bassa e fortemente differenziata sul territorio. A fronte di una media nazionale del 25% di copertura, al sud il dato scende al 10%. La Regione Lazio rappresenta sicuramente un modello virtuoso sul tema. In agosto, il Consiglio regionale ha approvato la legge 7/2020 – di cui sono stata orgogliosamente prima firmataria – con cui si è innovata la materia dopo oltre quarant’anni e, per primi in Italia, si è attuato il decreto-legge 65/2017 in materia di sistema integrato di educazione e istruzione sulla fascia 0-6 anni. Gli asili figurano tra le 41 priorità su cui lavorare nel periodo 2021-2026 del #Nextgenerationlazio, il pacchetto di progetti da 17 miliardi che il Lazio ha sottoposto al governo nella Conferenza Stato-Regioni. Le linee strategiche sono modernizzazione (7 miliardi), transizione ecologica (5,3) e inclusione sociale (4,8) e tra le richieste figurano quella di mezzo miliardo per potenziare la rete e l’offerta dei servizi educativi regionali. Un piano strategico per sostenere le famiglie, le giovani coppie e le donne. Si inizia con 500 strutture nuove e 50 milioni per sostenere l’apertura, in particolare in termini di nuovo personale. Sono piccoli grandi passi frutto di una rinnovata coscienza intorno al valore strategico dei servizi per l’infanzia e in generale alla scuola. Ora le istituzioni hanno il compito di sfruttare al meglio la grande e irrinunciabile possibilità offerta dal Recovery Plan e, stavolta davvero, investire nella nuova generazione di europei e italiani.

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