Non aspettava altro
La scarcerazione di Njeem Osama Almasri Habish, accusato di crimini contro l’umanità, è un fatto gravissimo che mette in discussione il senso di giustizia del nostro Paese. Rimpatriare un uomo con simili accuse, per di più senza una chiara spiegazione né consultazioni con la Corte Penale Internazionale, è una scelta che lascia attoniti e solleva interrogativi inquietanti. È un fallimento istituzionale, politico e morale.
Eppure, mentre ci si dovrebbe concentrare su una vicenda di tale portata, gli avvisi di garanzia inviati a Giorgia Meloni e ad alcuni membri del governo distolgono l’attenzione dal problema reale. Attaccarla sul piano giudiziario anziché politico non solo è una mossa sbagliata, ma le offre un assist perfetto per trasformarsi in vittima di un presunto sistema giudiziario politicizzato e di sinistra. È già successo con Salvini, e ora la storia si ripete.
Basta ascoltare il suo ultimo video.
Lasciamo che il dibattito resti sulle responsabilità politiche di un governo che non ha saputo gestire una situazione così delicata. La scarcerazione di Almasri è una ferita aperta alla credibilità delle istituzioni italiane e deve essere affrontata con chiarezza e determinazione. Meloni e il suo esecutivo devono rendere conto delle loro azioni politiche, non giocare il ruolo di martiri in un circo mediatico che, ancora una volta, rischia di farla passare per vittima.