PARTITO DEMOCRATICO E ITALIA VIVA: DUE FORZE ALLEATE, CIASCUNA CON LA PROPRIA IDENTITA’
Il weekend appena concluso ci consegna un’Italia divisa in modo netto tra forze populiste e sovraniste, scese in piazza a Roma, e una coalizione progressista e riformista che ha nel Partito Democratico il suo principale riferimento.
Alcune uscite fuori luogo giunte da Firenze hanno accentuato le differenze che, come è normale che sia, esistono tra il Partito Democratico ed Italia Viva, due forze alleate ciascuna con una propria identità. Non mi interessa tornare sulla questione delle “bande armate”, sollevata inutilmente dalla Ministra Bellanova, ma ritengo fondamentale comprendere con serenità ciò che differenzia il Pd dal nuovo soggetto politico.
Trovo molto distante, ad esempio, il riferimento che è stato fatto al leader francese Macron: in Italia quel modello, che mette insieme destra e sinistra, non funziona e non mi appartiene per il semplice fatto che non nasce da una collocazione chiara, politica ed ideologica, ma solo dal desiderio di aggregare donne e uomini che vogliono condividere un percorso. Scelta legittima, sia chiaro, che non mi trova d’accordo perché non trova fondamento “nei valori” e, come abbiamo visto, porta facilmente ad estremizzare le posizioni.
Il punto, quindi, è politico. Stare nel Partito Democratico, e in Parlamento Europeo con il gruppo del PSE, significa riconoscersi nei valori del socialismo europeo, guardando al futuro senza perdere di vista il passato.
E’ evidente che quanto sta accadendo nel Paese, con le destre che parlano alla pancia delle persone in modo populista e qualunquista, deve spingere ancora di più il Partito Democratico ad occuparsi in modo concreto, tangibile e immediato di un nuovo riformismo che sia in grado di leggere i bisogni e di dare risposte agli artigiani, alle partite iva, alle donne e agli uomini che appartengono a quelle categorie che “non chiedono” alla politica, ma si aspettano che la politica agisca.
Risposte che, come nel Lazio stiamo facendo insieme al presidente Nicola Zingaretti, arrivano quando si lavora sulle questioni specifiche ed importanti: penso alla legge sui lavoratori digitali, alla legge sull’equo compenso, alla legge di contrasto al caporalato, e a tutti quei provvedimenti che scaturiscono dal confronto, stabilendo le priorità per le persone e seguendo un iter di lavoro snello, concreto, reale.