A difesa degli studenti!
Il dibattito sulla sentenza del Tar Lazio che ha annullato i test d’ingresso alle facoltà di Medicina mette in luce, infatti, l’inefficacia e l’inadeguatezza del numero chiuso come strumento di selezione e sottolinea la necessità di abolirlo.
Questo sistema obsoleto favorisce il business delle università private, che stanno già annunciando bandi e tasse esorbitanti per l’accesso, mentre non si sa ancora nulla sulla selezione nelle università pubbliche. Questo fenomeno compromette le pari opportunità di accesso al diritto allo studio e riduce la disponibilità di personale qualificato per la sanità pubblica.
Siamo ormai a fine gennaio 2024 e non si sa nulla dei test di accesso alla facoltà di Medicina, che erano stati annunciati su vari siti web tra febbraio e aprile. Forse il Governo ha deciso di cambiare le modalità di accesso? Non lo sappiamo.
Nel frattempo, i ricorsi e le sentenze continuano e i test di ingresso nelle università private proseguono, con tasse che vanno da 180 a 340 euro a test, oltre alle rette esorbitanti per i vincitori. Ad esempio, basta leggere i bandi per gli atenei privati nel Lazio, con date e tasse già fissate: al Link Campus (data del test: 12 gennaio), chi supera il test deve pagare subito la prima rata di 4.950 euro, più 250 euro per i diritti di immatricolazione e 16 euro di bollo; la seconda rata di 4.950 euro a febbraio; la terza rata di 4.950 euro a marzo e l’ultima rata di 4.950 euro ad aprile, altrimenti si perde il posto, per un totale di 19.800 euro. Ecco le date e i costi per gli altri atenei privati: per Unicamillus (date del test: 9 e 16 febbraio), chi supera il test deve pagare entro il 4 marzo ben 10.500 euro in un’unica soluzione, pari al 50% della tassa annuale, altrimenti viene escluso; per il Campus Biomedico (date del test: 9 gennaio e 1 marzo), chi supera il test deve pagare 6.500 euro solo per la prima rata entro il 5 aprile; per l’Università Cattolica (test in due turni: 29 febbraio-2 marzo e 18-20 aprile) sono richiesti 2.000 euro per la prima rata entro il 13 maggio.
E se chi ha già superato il test nelle università private riesce poi ad entrare anche in altre università pubbliche, di cui non si sa ancora nulla sui test? Semplicemente, perde tutto ciò che ha versato!
A Roma e nel Lazio ci sono alcune delle principali università pubbliche.
Il governo Meloni deve porre fine a questo ricatto per gli studenti che vogliono diventare medici e deve difendere gli interessi dell’istruzione e della sanità pubblica.
Rassegna stampa