SCUOLA E SANITA’, STOP A NUOVE PRIVATIZZAZIONI

Privatizzare non paga. E’ questo, in sintesi, il messaggio dell’analisi pubblicata oggi sul Corriere della Sera a firma di Ferruccio de Bortoli sul (vero) effetto della nuova svendita delle aziende di proprietà dello Stato, da Telecom a Trenitalia, che, secondo il Governo Meloni, dovrebbe portare a recuperare 20 miliardi complessivi permettendo così un aumento dell’1% del Pil. Falso.

Non c’è privatizzazione che possa colmare il gap di politiche economiche adeguate e di competitività né crisi economica che possa giustificare, o essere risolta, con l’indebolimento dei diritti di lavoratori e lavoratrici tramite esternalizzazioni, delocalizzazioni ed altre misure di dumping sociale volte a svalutare i salari e il potere d’acquisto delle famiglie.

Ma la cosa più interessante è che questa nuova stagione di privatizzazioni annunciata dal Governo è destinata ad essere fallimentare non per le ipotesi di scenari futuri tracciate da sindacati, economisti o altri esperti o sigle di categoria ma è destinata a fallire perché è la storia che ce lo insegna: 30 anni di privatizzazioni del patrimonio statale e aziende, che hanno reso celebre il Made in Italy nel mondo, hanno solo peggiorato la situazione: hanno svenduto la ricchezza della nostra Nazione e il nostro Capitale umano, senza produrre alcun vantaggio per la collettività, favorendo qualche manipolo di dirigenti.

Basta privatizzare la Sanità pubblica, basta svilire la Scuola pubblica e la comunità scolastica, basta con le svendite di Stato e la progressiva erosione di salari e diritti!

Più risorse per il diritto alla salute, all’istruzione e al lavoro!