VIOLENZA DONNE: E’ FATTO CULTURALE, NON DI SICUREZZA PUBBLICA
A poche ore dal femminicidio di Giulia Tramontano, a Roma una poliziotta è stata uccisa a colpi di pistola da un suo collega, poi suicida.
I dati nazionali del Ministero dell’Interno diffusi in queste ore sono agghiaccianti: con questi ultimi due casi, in Italia sale a 47 il numero delle donne uccise dall’inizio dell’anno. Di queste, 39 sono vittime di femminicidi, quasi otto al mese, la maggior parte ammazzate in ambito familiare o affettivo, prevalentemente per mano del partner o dell’ex partner.
La violenza sulle donne ormai non è solo una questione di genere ma è una vera e propria emergenza: è l’indicatore di una società malata, è innanzitutto un fatto culturale, non di ‘sicurezza pubblica’, e come tale va affrontato.
Le storie di queste donne ci dicono che abbiamo, anche qui, un problema con la libertà delle donne ma soprattutto con la difficoltà degli uomini ad accettarla. Fuori dalle mura di casa ma soprattutto dentro.
Dobbiamo combattere la violenza sulle donne insieme e in tutte le sedi possibili: a casa, a scuola, sul lavoro, in tribunale, nelle sedi istituzionali. Che lo Stato raggiunga queste donne prima del loro aguzzino. Prima che sia troppo tardi.
Puntiamo sul sistema educativo, sull’autonomia economica delle donne, sulla sensibilizzazione dei giovani, oltre che sui Centri Antiviolenza. Facciamo che questi ultimi ci siano subito e sempre per chi ne ha bisogno ma impegniamoci ancora di più affinché non ve ne sia bisogno.