I dati della pandemia ci consegnano l’aumento del disagio economico e sociale, favorito dalla crisi, dal distanziamento, dall’ isolamento, dall’eccesso del virtuale.

Elementi che rischiano di alimentare nuove forme di aggressività e rabbia sociale.

Ecco perché la parità di genere deve essere intesa come parità di accesso al lavoro, alle posizioni professionali coerenti con i livelli posseduti, alle condizioni contrattuali adeguate, infine a pari livelli retribuito che non sono diritti fondamentali, ma diventano la condizione necessaria per contrastare gli stessi fenomeni di violenza.

Il lavoro deve essere il ribaltamento culturale della prospettiva : creiamo uguaglianza e pari opportunità e la violenza diminuirà sensibilmente.

Grazie al Presidente Nicola Zingaretti e all’assessora Enrica Onorati per aver raddoppiato i fondi destinati al contrasto della violenza di genere!

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