Sanità – Medici di base: “Nel Lazio ne servirebbero 1200 in più”
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La carenza di medici di medicina generale nel Lazio è una crisi sempre più grave, con ripercussioni dirette sull’accesso alle cure primarie e sull’intasamento dei Pronto Soccorso. La situazione è destinata a peggiorare: nei prossimi due anni, la Regione perderà oltre 1.100 medici di base, aggravando una realtà già critica in molte aree, dalle periferie di Roma ai comuni più piccoli.
Durante la discussione in Aula alla Pisana, ho ribadito che la Regione Lazio può e deve intervenire subito, senza attendere la riforma nazionale. Mentre il medico studia, il malato muore: non possiamo permettere che l’immobilismo della Giunta Rocca lasci interi territori privi di assistenza sanitaria di base.
La mozione che ho sottoscritto insieme ai consiglieri Califano, La Penna (PD), Tidei, Nobili (IV) e Zeppieri (Polo Progressista) propone misure concrete per arginare la crisi:
Mappatura delle zone critiche, distinguendo tra aree disagiate e territori con carenze croniche.
Vincoli nei bandi pubblici, per obbligare i nuovi medici ad aprire studi nelle zone più bisognose.
Incentivi economici e logistici, come l’assegnazione di locali idonei in collaborazione con i Comuni e la creazione di un fondo regionale, sul modello di Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna.
Ambulatori territoriali temporanei, per garantire assistenza immediata nelle zone scoperte.
L’ultimo avviso pubblico del 2024 ha registrato 390 ambiti carenti, con numeri allarmanti nelle ASL di Latina, Frosinone e Roma 5. Servono almeno 1.200 nuovi medici, di cui 500 solo a Roma e provincia, ma senza interventi mirati il Lazio rischia di perdere altri 231 medici entro il 2026.
Ho chiesto al presidente Rocca di convocare con urgenza il Comitato regionale per un nuovo Accordo Integrativo Regionale e un’audizione in Commissione Sanità per coinvolgere direttamente i medici e tutti gli attori interessati. Il tempo delle attese è finito: la salute dei cittadini non può essere sacrificata sull’altare dei bilanci.
La carenza di medici di base non è solo un problema del Lazio, ma una crisi nazionale che sta colpendo molte regioni, con effetti devastanti sulle fasce più fragili della popolazione. La mancata programmazione del turnover ha portato a una situazione in cui intere aree rischiano di rimanere senza medici di riferimento, costringendo i cittadini a spostamenti lunghi e onerosi o ad affollare i Pronto Soccorso per cure che dovrebbero essere garantite sul territorio.
Regioni come Toscana ed Emilia-Romagna hanno già adottato misure per incentivare i medici a operare nelle zone carenti, mettendo a disposizione locali e risorse economiche. Il Lazio deve seguire questa strada prima che la situazione diventi irreversibile.