Alzheimer: Cure Interrotte per Dieci Pazienti, Serve un Intervento Immediato

Non bastava il blocco delle nuove prese in carico per i malati di Alzheimer iniziato lo scorso luglio: ora, dall’inizio del 2025, l’Asl Roma 5 ha sospeso l’assistenza anche per quei pazienti già seguiti. A Monterotondo, dieci persone affette da Alzheimer si trovano ad affrontare una situazione drammatica. Otto di loro saranno dimesse a partire dal 1° febbraio, mentre per altre due è prevista una drastica riduzione del servizio, limitato a sole due ore di terapia occupazionale settimanale e alla sospensione del supporto OSS.

Mi chiedo come sia possibile lasciare sole queste famiglie, che si aggrappano a un sistema sanitario che dovrebbe garantire supporto e continuità. Il progetto Assistenza Domiciliare Alzheimer (ADA) rappresenta un pilastro fondamentale per circa 200 pazienti e coinvolge oltre 110 operatori socio-sanitari e terapisti occupazionali appositamente formati. Questo sistema non solo fornisce cure indispensabili, ma offre anche sollievo a chi ogni giorno si prende cura di un proprio caro malato.

Ho chiesto al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha la delega alla sanità, di spiegare le ragioni della sospensione del progetto ADA e di chiarire quali misure siano state messe in campo per garantire la continuità del servizio, non solo a Monterotondo, ma in tutto il territorio dell’Asl Roma 5. Questa situazione non colpisce solo i pazienti e le loro famiglie, ma anche i lavoratori coinvolti, che rischiano di perdere il loro posto se il progetto non verrà ripristinato.

L’interruzione di questo servizio è l’ennesima dimostrazione di quanto ancora siamo lontani dall’obiettivo di costruire una medicina territoriale efficace. Se non agiamo subito, rischiamo di trasformare la promessa di una sanità vicina ai cittadini in una chimera. Non possiamo permetterlo: è nostro dovere garantire ai più fragili il diritto di vivere con dignità.

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