Asili nido, la destra non vuole aumentarli!

Vogliono contrastare la denatalità, dicendo alle donne e alle giovani coppie di fare più figli ma poi non garantiscono quella rete sociale di strutture e servizi per poter sostenere le famiglie con bimbi piccoli: questo è il modo di (non) agire della destra e lo ha dimostrato di recente in Consiglio regionale bocciando il mio ordine del giorno alla Legge di Stabilità 2025 con cui chiedevo alla Giunta Rocca di impegnarsi per evitare i tagli agli asili nido decisi dal Governo Meloni.

In particolare nel Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine (PSBMT) il Livello essenziale di prestazioni (LEP) in materia di Servizi per l’Infanzia porta a livello regionale dal 33% al 15% la percentuale di posti disponibili da garantire negli asili nido per i bambini e le bambine di età compresa tra i 3 e i 36 mesi. Mentre invece, a livello nazionale, il target minimo di posti da garantire continuerà ad essere del 33%. Cosa vuol dire? Che come al solito avremo un’Italia a due velocità: le regioni più ricche che, se vorranno, potranno raggiungere o avvicinarsi al 33% e regioni più povere che continueranno ad annaspare per offrire un buon servizio alle famiglie.

Ecco come la destra ha già da tempo iniziato ad attuare in vari provvedimenti l’Autonomia Differenziata ed ecco le drammatiche conseguenze che non risparmiano nemmeno i più piccoli.

 

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