Gli screening oncologici del Lazio senza investimenti
È inaccettabile che il Lazio si posizioni tra le peggiori Regioni d’Italia per quanto riguarda la prevenzione oncologica! I dati sono allarmanti: solo il 37% di adesione ai programmi di screening per il carcinoma della mammella, il 26% per il collo dell’utero e un misero 20,5% per il colon-retto! Questi numeri non solo sono preoccupanti, ma raccontano una realtà drammatica che non possiamo ignorare.
La gestione della salute dei cittadini è una priorità, eppure dalla maggioranza di centrodestra al Governo Regionale non sono arrivate soluzioni concrete. Hanno disatteso le leggi esistenti, definanziato il Registro regionale tumori e non hanno nemmeno rispettato le iniziative di sensibilizzazione previste. È vergognoso!
Invece di prendersi la responsabilità, si cerca di attribuire il fallimento alla volontarietà dei cittadini e delle cittadine o a una rete “romanocentrica”. Questo è un tentativo inadeguato e irresponsabile di scaricare la colpa su chi, invece, dovrebbe essere supportato e informato.
È ora di dire basta. Sulla salute non si gioca! Serve un investimento significativo nelle campagne di screening e una riorganizzazione della rete oncologica. Non possiamo permettere che la vita e la salute dei cittadini e delle cittadine laziali siano messe in secondo piano. Per questo ho interrogato il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, al quale chiediamo azioni concrete e un impegno reale per migliorare i tassi di adesione agli screening oncologici. La salute dei cittadini non può essere trascurata!
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