25 NOVEMBRE, IL PATRIARCATO SI COMBATTE CON L’AUTONOMIA ECONOMICA DELLE DONNE
La violenza di genere si combatte e previene con misure concrete e risorse adeguate, promuovendo innanzitutto l’autonomia economica delle donne per scardinare il patriarcato come fenomeno strutturale in tutti i settori della nostra società, dal lavoro alla scuola, dalla famiglia alle Istituzioni. In Regione Lazio invece, da quando è al governo la destra, con la Giunta Rocca stiamo regredendo: in circa 8 mesi, dal suo insediamento, la Giunta Rocca, stando ad una prima stima, ha tagliato almeno 2,7 milioni complessivi in favore delle donne su 7 milioni già stanziati, ma finora mai spesi, per attuare la legge sulla parità salariale”. Così la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, traccia un fact checking dell’operato della Giunta Rocca sulla parità di genere, attraverso una serie di interrogazioni e una mozione, in vista della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne di domani, 25 novembre.
Di questi 2,7 milioni tagliati, 2,4 riguardano la legge n.7/2021 sulla parità salariale, ancora non attuata (che all’inizio vantava una dotazione di 7 milioni ad oggi inutilizzati) e risultano dal taglio di 1,4 milioni per bonus baby sitting e caregiver, previsti anche per le libere professioniste precarie con Partite Iva, e di 1 milione per sostenere l’imprenditorialità femminile, mentre 300mila euro sono stati sottratti al finanziamento della legge 3/2022 per promuovere presso le donne le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, cosiddette STEM, contro gli stereotipi di genere.
Ancora più lunga è la lista delle norme approvate e mai finanziate: riguardo alle misure previste dalla legge sulla parità salariale, nessun finanziamento previsto per favorire l’occupazione femminile stabile e di qualità né per il reinserimento lavorativo delle donne disabili e vittime di violenza; mai attuato il bilancio di genere, il registro delle aziende virtuose su parità di genere e la ‘Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro’ né istituiti lo ‘Sportello Donna’ presso le sedi regionali, il Fondo per il microcredito per donne in disagio sociale; nessun intervento per garantire la parità di genere in giunte comunali, organi di amministrazione, controllo, enti strumentali e partecipate della Regione e l’alternanza di genere negli incarichi regionali per le libere professioni.
Al depotenziamento delle legge sulla parità salariale, si aggiungono: l’azzeramento del ‘contributo di libertà’ per le donne vittime di violenza, per la salute di genere e il blocco del bando 2023/2024 per il Premio Colasanti – Lopez nelle scuole, in ricordo delle vittime del Circeo. Rimaste nel cassetto anche le due proposte di legge: quella sull’educazione sessuale e all’affettività, della collega dem Marta Bonafoni, quella sulla parità di genere in scuole, università e percorsi formativi depositate mesi fa. Un immobilismo atipico visto il Piano sull’educazione alle relazioni annunciato in questi giorni dal ministro dell’Istruzione Valditara in seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin.
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