MINORI, AL VIA LE DOMANDE PER L’AMPLIAMENTO DELLA RETE DEI CENTRI REGIONALI PER IL CONTRASTO DEGLI ABUSI E MALTRATTAMENTI AI MINORI DEL LAZIO

Disposto l’ampliamento della Rete dei Centri regionali per il contrasto degli abusi e maltrattamenti ai minori con indizione di un apposito avviso pubblico in applicazione della Legge regionale n.11/2016 -«Sistema integrato degli interventi dei servizi regionali della Regione Lazio» – la Rete dei Centri regionali e con la D.G.R. n. 1154 del 7 dicembre 2022 con l’obiettivo di:

– diffondere su un più ampio territorio il sistema di protezione dei minori che si configuri come un riferimento
specialistico per la comunità;
– assicurare il coordinamento tra le azioni specialistiche a livelli multipli – sociali, sanitari, giuridicogiudiziario, educativi, per rispondere ai primi indicatori del rischio (prevenzione) e per intervenire con una presa in carico tempestiva dell’utenza minorile (contrasto) quando l’esperienza avversa dell’abuso e del maltrattamento interpersonale si presenta come fattore di pregiudizio per la traiettoria evolutiva e l’adattamento personale.

–  estendere la Rete dei Centri regionali per il contrasto degli abusi e maltrattamenti ai minori mediante l’attivazione di ulteriori n. 8 Centri, da individuarsi tramite apposito avviso riservato ai distrettisociosanitari e aimunicipidi Roma capitale, ampliando in tal modo la rete regionale dei centri già avviati. L’ obiettivo è quello di offrire alle famiglie del
Lazio interventi professionali specializzati nella valutazione e sostegno delle fragilità familiari che possono
condurre a situazioni di maltrattamento e abuso, nella più ampia cornice della tutela minorile.

Il servizio: 

Il Centro per il contrasto degli abusi e maltrattamenti ai minori si caratterizza come un servizio altamente
specialistico ed ha come destinatari bambini/e, famiglie e operatori dei servizi pubblici e del privato sociale. Le
prestazioni offerte sono gratuite.

– assume un modello centrato non solo sul bambino/adolescente, ma anche sul coinvolgimento dell’intero
contesto familiare;
– garantisce un tempestivo e pieno accesso ai servizi di sostegno, per fornire risposte differenziate socio-cliniche,
che prevedono programmi di valutazione del funzionamento individuale e relazionale e del contesto di vita,
con un approfondimento delle competenze genitoriali e delle capacità delle figure di accudimento da mettere
in campo quali risorse per la sicurezza e per la protezione dal rischio;
– opera secondo un modello di cooperazione: 1) interistituzionale: favorendo la messa in campo di tutti gli
interventi necessari ai bisogni dei bambini ed adolescenti a rischio di maltrattamento e abuso da parte del
sistema dei servizi; 2) multiprofessionale, garantendo l’integrazione delle azioni di protezione verso i minori
da parte dei diversi professionisti, permettendo di realizzare una convergenza sugli stessi obiettivi della
protezione all’infanzia pur mantenendo autonomia e diversità di obiettivi e procedure connessi alla propria
sfera di competenza;
– promuove e partecipa alla costruzione di una rete istituzionale con le Autorità Giudiziarie di settore finalizzata
all’identificazione di strategie innovative e prassi operative condivise;
– promuove la costituzione di una Banca dati sull’abuso e maltrattamento, attraverso la rilevazione dei dati
relativi alle situazioni prese in carico e la raccolta di informazioni su tipologie di abusi e altro, al fine di
predisporre un sistema di software omogeneo e condiviso sul territorio regionale.

In particolare, i Centri dovranno erogare servizi nelle seguenti aree:

a) Consulenza psico-sociale e Orientamento: accoglienza di cittadini e operatori per fornire, su richiesta, un
primo orientamento sulle situazioni di abuso e maltrattamento sui minori; offrire un contesto di ascolto, di
decodifica della domanda e formulazione del progetto psicosociale sul caso, in stretta collaborazione con i Servizi
territoriali, intervenendo in un’ottica di prevenzione nelle situazioni a rischio di abuso e violenza a danno dei
bambini e delle bambine;

b) Affiancamento/Supporto agli operatori dei Servizi territoriali e dei Servizi specialistici della ASL nella fase
di valutazione psico-sociale del minore e del suo contesto familiare e relazionale, nell’elaborazione del progetto
di intervento e nella fase del trattamento;

c)Valutazione: attivazione di procedure di valutazione psicodiagnostiche rivolte a bambini/adolescenti e al
nucleo familiare segnalati dai Servizi del territorio e/o dagli Organi dell’Autorità Giudiziaria Minorile per la
valutazione delle competenze di accudimento e della genitorialità e co-genitorialità;

d) Spazio Neutro: accoglienza, su mandato dell’Autorità Giudiziaria e del Servizio sociale inviante, per le
famiglie in cui è a rischio la continuità delle relazioni tra un genitore e i figli e nei casi in cui è indispensabile
disporre di un setting di incontri protetti, da realizzarsi nel rispetto delle procedure previste in materia. Obiettivo
è l’osservazione delle relazioni genitoriali, la tutela del minore, il sostegno alla genitorialità e il riavvicinamento
emotivo e relazionale tra genitori e figli;

e) Mediazione linguistica-culturale nelle situazioni in cui il nucleo familiare o un suo componente necessiti di
questo intervento per comprendere ed interagire nelle attività del Centro che lo/li riguardino;

f) Informazione/Formazione: promozione di incontri di informazione, formazione e supervisione, a carattere
interdisciplinare, sul tema dell’abuso e maltrattamento, della violazione dei diritti e della sicurezza dei minori,
nonché della conflittualità nell’ambito delle relazioni familiari, rivolti agli operatori psico-sociali dei Servizi
territoriali, del terzo settore e del sistema giustizia;

g) Adesione e partecipazione costante e obbligatoria alla Rete regionale dei Centri specialistici, di cui il Centro
Giorgio Fregosi è attualmente capofila con funzione di coordinamento e promozione di un percorso d’integrazione
di azioni mirate alla protezione dei bambini/e e sostegno alle vulnerabilità familiari.

h) Consulenza giuridico/sociale ai Comuni, alle Scuole ed alle famiglie;

i) Attività di supervisione periodica al personale;
3. Figure professionali richieste nell’ambito dei servizi ordinari e servizi a consulenza e/o a chiamata.
Il personale operante nel Centro, la cui composizione minima è di n.2 psicoterapeuti, n. 1 assistente sociale e n. 1
educatore professionale, deve possedere una formazione specifica, adeguata professionalità ed esperienza sulle
tematiche inerenti alle competenze del Centro, documentate nei curricula vitae.
È ammessa la possibilità di ricorso ad attività di consulenza e/o a chiamata per le seguenti figure professionali:
avvocato specializzato in diritto di famiglia e minorile, neuropsichiatra infantile, mediatore culturale e supervisore
esterno.

Possono presentare domanda di proposta progettuale esclusivamente:

a) i Distretti sociosanitari del Lazio;
b) i Municipi di Roma Capitale.
I Distretti sociosanitari e i Municipi di Roma Capitale, all’atto della partecipazione, si impegnano, in caso di ammissione al contributo, a mettere a disposizione, per l’intera durata della prestazione, locali idonei all’attivazione del Centro e all’erogazionedei servizi. Dovrà essere presente almeno una sala d’attesa, una stanza colloqui e un locale da destinare al servizio di “Spazio Neutro” dotato di apparecchiature di videoregistrazione e specchio unidirezionale.

I progetti devono obbligatoriamente prevedere un partenariato con i servizi specialistici della ASL del territorio e dovranno prevedere lo svolgimento delle attività nel territorio della Regione Lazio sia in ambito distrettuale/municipale che interdistrettuale/intermunicipale nel caso in cui i territori limitrofi siano sprovvisti di un centro analogo.

La distribuzione territoriale ottimale dei centri da attivare, tale da garantire l’erogazione dei servizi in modo omogeneo a tutte le famiglie potenzialmente interessate, dovrà garantire in via prioritaria la distribuzione dei centri tra i Municipi di Roma Capitale (2 centri), i Distretti afferenti alla Città metropolitana di Roma Capitale (2 centri) e i Distretti delle altre Province del Lazio (4 centri). I progetti ammessi al contributo dovranno essere attivati entro 60 giorni dalla ammissione al finanziamento e concludersi entro 24 mesi dalla dichiarazione di inizio delle attività progettuali.

Invio delle domande

Le istanze, corredate della documentazione di cui all’art. 8, dovranno essere presentate, entro e non oltre il giorno
30/10/2023, a mezzo PEC, all’indirizzo inclusione.fragilita@regione.lazio.legalmail.it, avente ad oggetto:
“Avviso pubblico per l’ampliamento della rete dei Centri regionali per il contrasto degli abusi e maltrattamenti
ai minori del Lazio”.

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