PARITÀ SALARIALE, ENTRO IL 2026 L’ITALIA DOVRÀ UNIFORMARSI ALLA DIRETTIVA UE
In questi giorni è entrata in vigore la direttiva UE n. 2023/970 per la parità di genere nei luoghi di lavoro volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità salariale tra uomini e donne, per un lavoro equo e di pari valore, attraverso l’inserimento della trasparenza retributiva nei luoghi di lavoro e strumenti risarcitori per vittime di discriminazione.
Entro giugno 2026 l’Italia dovrà recepire le disposizioni previste dalla direttiva assieme alla direttiva del maggio 2022 sulla presenza al limite minimo del 33% delle donne nei Consigli di amministrazione.
Mediante tale direttiva si garantisce ai lavoratori la possibilità di conoscere la retribuzione dei colleghi che svolgono la stessa mansione all’interno dell’azienda.
Una misura pensata per contrastare il fenomeno del gender pay gap e a garantire la piena parità retributiva tra uomini e donne, un principio riconosciuto anche all’interno del Trattato di Roma tra i documenti fondativi dell’Unione Europea e ancora non perseguito:
I numeri ci indicano , infatti, che 5,23 milioni di donne nell’UE si sentono ancora discriminate sul posto di lavoro.
La direttiva si applica ai datori di lavoro e a tutte le categorie di lavoratori dei settori sia pubblici che privati i quali dovranno corrispondere ai lavoratori il diritto di ricevere informazioni trasparenti sulle retribuzioni medie e individuali. Informazioni che potranno essere richieste anche dai rappresentanti dei lavoratori o dagli organismi per la parità.
La direttiva prevede inoltre risarcimenti per i lavoratori e le lavoratrici che siano stati vittima di discriminazione retributiva di genere, discriminazioni di tipo razziale o di orientamento sessuale, mediante il recupero totale delle retribuzioni arretrate e dei relativi bonus.
Leggi di più sulla mia battaglia alla Regione Lazio sulla Legge 7/2021 in materia di parità retributiva tra i sessi e lavoro di qualità delle donne.
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