REGIONE LAZIO, ESISTE UN SOLO ANTIFASCISMO CHE VA SUBITO INSERITO IN STATUTO REGIONALE
Il recente dibattito sul 25 aprile è preoccupante non solo perché ci porta a dover difendere ancora una volta da strumentalizzazioni e tentativi di revisionismo una ricorrenza nazionale che, proprio in virtù del suo carattere antifascista quale valore fondante della Repubblica italiana, dovrebbe invece essere un assioma della Storia della nostra Democrazia acquisito trasversalmente da tutte le forze politiche e della società civile.
Lo scontro tra i partiti sul 25 aprile preoccupa anche perché tradisce quella convergenza di cui furono invece capaci i nostri padri costituenti, i quali, pur avendo identità politiche differenti, riuscirono a scrivere insieme la Costituzione italiana, proprio perché tutti, indistintamente, avevano negli occhi e nel cuore ancora vivido il ricordo dell’orrore e delle vittime del regime nazifascista sconfitto grazie al sacrificio di tante donne e uomini della Resistenza.
Questo scollamento della comunità politico-istituzionale davanti a valori imprescindibili ci indica che coltivare la Memoria del nostro Paese, ora più di ieri, è un dovere per ogni cittadino e soprattutto per chi opera nelle Istituzioni.
Lo dimostrano proprio alcune inopportune dichiarazioni di esponenti del Governo, come quella del presidente del Senato, La Russa, secondo cui “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo”, dopo aver già cercato di sminuire l’attentato partigiano di Via Rasella.
Parole non degne della seconda carica dello Stato cui si aggiungono quelle della premier Meloni sulle vittime delle Fosse Ardeatine, “335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani”, costretta poi a correggersi dopo che l’ANPI le ha ricordato che “furono uccisi perché antifascisti”. E ancora: l’espressione “sostituzione etnica” usata del ministro dell’Agricoltura, Lollobrigida, parlando di denatalità.
Questi tentativi di normalizzare, se non addirittura delegittimare, la Resistenza e i suoi valori antifascisti sono un campanello d’allarme i cui segnali sono evidenti anche a Roma e nel Lazio. E la cosa più grave è che nella nostra regione, così come a livello nazionale, nemmeno le Istituzioni sono esenti da questo tipo di comportamenti: è infatti dello scorso 25 marzo l’adunata al Campo della Memoria di Nettuno, cimitero militare dove sono seppelliti i combattenti della fascista Repubblica Sociale Italiana e i caduti della X Flottiglia Mas; luogo la cui memoria è tenuta viva anche nelle Amministrazioni comunali di Anzio e Nettuno.
Nel Lazio è stato inoltre eretto il sacrario dedicato a Rodolfo Graziani, ministro della Repubblica di Salò, inaugurato alla presenza dello stesso ministro Lollobrigida, allora assessore regionale.
Sandro Pertini ha detto: “Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi”.
Ognuno di noi deve fare la sua parte. Per questo ho depositato, anche in questa legislatura, la proposta di legge per inserire nello Statuto della Regione il riferimento alla Resistenza e al valore dell’antifascismo e mi auguro che sia discussa e approvata al più presto. Sono fiduciosa che tutte le forze politiche della Pisana avranno lo stesso spirito di cooperazione dimostrato in precedenza su altri provvedimenti. Lo stesso che ha animato anche i nostri padri costituenti.
Esiste un solo antifascismo che va subito inserito in Statuto regionale. Non esiste un ‘antifascismo fascista’ distinto da un ‘antifascismo nobile’ ma esiste un solo antifascismo ed è quello lasciatoci in dote dalla Resistenza italiana, che ha ispirato la nostra Costituzione. Poi ci sono gli episodi di violenza, che vanno appunto riconosciuti, condannati e contrastati come tali.
Rispetto alle dichiarazioni del presidente del Lazio, Francesco Rocca, questo distinguo è un nonsense, un’invenzione revisionista che rischia solo di confondere le acque in un momento storico in cui abbiamo invece il bisogno urgente di rimarcare fortemente i valori antifascisti quali punti di riferimento della nostra storia democratica.
Probabilmente, viste le tante affermazioni inopportune sull’antifascismo da parte di esponenti del governo nazionale di centro destra, scomporre il concetto di antifascismo è un’operazione molto più utile a fornire una giustificazione ai vari La Russa e Lollobrigida di turno e a quanti hanno di recente provato ad edulcorarne il senso incappando però solo in uscite a dir poco imbarazzanti.
Se Rocca ha davvero a cuore l’antifascismo si adoperi per far calendarizzare, discutere e approvare quanto prima alla Pisana la mia proposta di legge per far inserire l’antifascismo e la Resistenza nello Statuto regionale del Lazio.
Leggi qui la Proposta di Legge n.2 del 15 Marzo 2023
Leggi la mia intervista per Fanpage.it
Leggi la mia lettera aperta su Repubblica Roma