LA MIA REGIONE È: PER LA PARITÀ SALARIALE
Nonostante i migliori risultati scolastici ottenuti, le donne continuano a risultare decisamente svantaggiate in tutti i principali aspetti del mercato del lavoro: in riferimento ai livelli occupazionali, alla stabilità lavorativa, ai percorsi di carriera e, conseguentemente, alle retribuzioni.
Accanto alle motivazioni più strettamente connesse allo studio e al bagaglio familiare, lo svantaggio lavorativo delle donne si spiega anche alla luce dei carichi di lavoro di cura familiare e domestica che ancora ricadono prevalentemente su queste ultime.
Sappiamo poi come i differenziali retributivi riguardino più pesantemente le libere professioniste e le lavoratrici autonome, ma anche all’interno del pubblico impiego il gap si nasconde proprio perché non si tratta di una mera questione di busta paga, ma di ostacoli nel percorso lavorativo nel
suo complesso. A fare la differenza sono le differenti possibilità di fare carriera e il fatto che gli uomini con maggiore frequenza riescono a rivestire ruoli apicali. La maggiore tendenza alle rinunce a tutto ciò che prevede incentivi, anche economici – più permessi, meno trasferte o disponibilità a impegni extra – oltre a l’impatto ancora significativo della maternità: tutti elementi che si rispecchiano tanto nei divari retributivi che in quelli pensionistici, troppo poco menzionati, ma estremamente importanti visto il progressivo invecchiamento della popolazione e il tasso di povertà delle donne di terza età.
Per questo, la legge Regionale 10 giugno 2021 n. 7, di cui sono stata proponente e prima firmataria, rappresenta – con una dotazione finanziaria di 7,66 milioni di euro – una norma quadro sul lavoro femminile che mira a fornire strumenti concreti per agire alla radice di questi fenomeni: azioni e misure trasversali, in un’ottica di gender mainstreaming, per costruire e affermare la necessità di un mercato del lavoro davvero paritario, inclusivo e all’altezza delle grandi sfide del presente e del futuro.
– Un Registro regionale per le aziende virtuose per creare uno spazio di diffusione di buone pratiche aziendali e incentivare la loro riproduzione attraverso un sistema di incentivi previsto per le sole imprese iscritte al registro;
– Istituita la Giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro
– Sostegno alle micro, piccole e medie imprese che assumono donne con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Fino al 100% di contributi per la formazione delle neoassunte
– Formazione per il reinserimento lavorativo. Educazione digitale e finanziare e formazione STEM per il reinserimento lavorativo delle donne
– Misure per il reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza e delle donne con disabilità. 300 mila euro per progetti dedicati al reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza e riconoscimenti per le imprese che assumono a tempo indeterminato donne vittime di violenza, tratta o con disabilità.
– Sportelli donna per bilancio delle competenze al fine di accompagnare e orientare al lavoro le donne
– Microcredito per donne in situazione di disagio sociale. Prevista, nell’ambito del sostegno ai crediti di emergenza la riserva di una quota
del fondo per il microcredito e la microfinanza a favore di donne in condizioni di fragilità: disoccupate, vittime di violenza o di tratta prese in carico da una struttura della rete regionale, donne con disabilità, madri single, ex detenute o over 60 prive di sostegno.
– 2,5 milioni di euro per un fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile
– Alternanza di genere nelle nomine di competenza regionale e nell’affidamento di incarichi a professionisti esterni: sosteniamo le competenze e la partecipazione femminile.
– 2,7 milioni per strumenti di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro:
• Bonus baby sitting anche per le lavoratrici autonome per rientrare a lavoro con serenità e – in via sperimentale – per i padri che usufruiscono
del congedo parentale in alternativa alle mamme. Pubblicato avviso pubblico da 3 milioni di euro.
• Bonus caregiver come indennizzo per il lavoro di cura non retribuito sulle spalle delle donne
– Promozione della parità di genere nell’amministrazione locale. Nell’ottica del sostegno alla partecipazione delle donne alla vita politica e amministrativa, all’interno della l.r. 7/2021 abbiamo previso l’esclusione dalla partecipazione a bandi e avvisi pubblici regionali dei comuni sopra i 3 mila abitanti che violino le disposizioni in materia di parità di genere nelle giunte comunali (art. 1 comma 137 della l. 56/2014). Abbiamo inoltre siglato un apposito Protocollo con ANCI Lazio per il monitoraggio e la relazione, con cadenza biennale, della composizione delle giunte comunali da trasmettere alle strutture regionali degli enti strumentali e delle società controllate che gestiscono gli avvisi e i bandi. All’esito di tale monitoraggio è conferita la “Certificazione di equità di genere” da assegnare ai Comuni virtuosi in uno spirito di diffusione di buone pratiche e incentivo reputazionale.
• Bilancio di genere per la Regione e tutti gli enti dipendenti, compresi quelli del servizio sanitario, per garantire un esame sull’impatto differenziato tra i generi di tutte le politiche pubbliche. Uno strumento diretto ad analizzare il diverso impatto sulla condizione di donne e uomini in ogni settore di intervento normativo.
Nel Lazio è necessario continuare nell’applicazione di questa legge per garantire alle donne ogni supporto necessario a raggiungere l’ autonomia economica e sociale, elemento trainante dello sviluppo della nostra Regione e del nostro Paese.