LA MIA REGIONE È: PER IL SISTEMA INTEGRATO EDUCAZIONE ISTRUZIONE 0/6 ANNI
Con la legge di riforma del sistema integrato 0/6 anni, la Regione Lazio è stata la prima in Italia ad attuare il d.lgs 65/2017 mettendo in atto una rivoluzione: il passaggio dei servizi educativi dal sociale all’istruzione, che ha garantito lo spostamento del focus sui diritti dei bambini e delle bambine a partire dalla nascita. Come tutti gli studi dimostrano, la possibilità di accedere a servizi educativi di qualità influenza enormemente le probabilità di riuscita da giovani adulti, dal successo scolastico e lavorativo, alle relazioni sociali. Inoltre, la legge regionale rappresenta un investimento su un nuovo welfare sociale di supporto alle esigenze differenziate delle famiglie tramite servizi innovativi e flessibili nonché un importantissimo strumento di sostegno alle madri lavoratrici in termini di infrastruttura sociale e materiale e di equa distribuzione delle responsabilità di cura (Leggi di più a pag. 37 del documento “I miei cinque anni dalla parte delle persone”).
Grazie alla Legge Regionale 5 agosto 2020, n. 7 abbiamo legiferato su una serie di punti:
– l’uguaglianza nei servizi educativi a offerta pubblica con cui si da priorità a bambini e bambine in condizioni di fragilità (disabilità e bisogni educativi speciali della bambina o del bambino; due o più figli aventi età rientrante nell’obbligo scolastico; disagio sociale e/o economico della famiglia; famiglia monoparentale; particolari condizioni di lavoro dei genitori; condizioni di detenzione di uno o di entrambi i genitori; altre situazioni familiari individuate dai comuni, dai consultori, dalle case famiglia, dalle case rifugio o dai centri anti violenza; orfani di femminicidio).
– Poli per l’infanzia e coordinamenti pedagogici territoriali per garantire la continuità educativa nel sistema 0-6 anni.
– Integrazione fra servizi pubblici e privati per la creazione di un sistema omogeneo di offerta in funzione delle esigenze educative delle bambine e dei bambini e dei bisogni delle famiglie, con particolare attenzione a quelle monoparentali
– Azioni e programmi per la messa in rete dei servizi educativi e di istruzione e per la stipula di convenzioni tra comuni limitrofi nei quali
sono carenti i servizi educativi, in particolare quelli situati nelle periferie, nelle aree interne e nelle zone montane, che favoriscano la più ampia scelta di servizi e orari di apertura.
– Conciliazione tempi di vita e lavoro con incentivi alle aziende per l’apertura di nidi e poli dell’infanzia aziendali che accolgono figli/e di lavoratori e lavoratrici e una percentuale di bambini/e residenti nel Municipio o Comune di riferimento. Pubblicato un avviso pubblico da 3 milioni di euro.
– Outdoor education come educazione sperimentale e diffusa all’aperto. Imparare tra fattorie, parchi e aree verdi per apprendimento diffuso e innovativo.
– Educazione sperimentale interculturale per promuovere l’inclusione sociale e l’educazione alle differenze.
– Criteri e modalità per l’inclusione delle bambine e dei bambini con bisogni educativi specialisecondo piani educativi personalizzati, in
collaborazione con i servizi sociali dei comuni e i servizi delle aziende sanitarie locali
– Servizi integrativi innovativi per rispondere alle esigenze differenziate delle famiglie garantendo standard qualitativi a tutela dei bambini e delle bambine: normati gli spazi gioco, i nidi domestici e i centri per le famiglie.
– Previsti progetti di avvicinamento alla lettura, alla lingua inglese e alla musica all’interno dei servizi educativi
– Contributi straordinari per spese d’investimento relative a interventi di nuova costruzione, acquisto, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria, ripristino tipologico di edifici da destinare all’aumento di posti nei servizi educativi per l’infanzia, a riequilibrare l’offerta educativa degli ambiti territoriali al di sotto della media regionale o a raggiungere il fine dell’ecosostenibilità ambientale
– Qualità del servizio anche a tavola: diffusione di abitudini alimentari corrette per una crescita sana ed equilibrata delle bambine e dei bambini nel rispetto delle differenze etniche, culturali e religiose e incentivi all’utilizzo di materiale ecologico, alla riduzione dell’uso della plastica e l’impiego di prodotti a kilometro zero.
– Contributi alle famiglie in condizione di disagio socioeconomico, che abbiano figli con disabilità ai sensi della l. 104/1992 o che abbiano
bambine o bambini in affido e che non utilizzino servizi educativi a offerta pubblica per carenza di posti disponibili, concorrendo al pagamento delle rette di frequenza in servizi educativi a titolarità privata convenzionata e non convenzionata.
– Istituita la Consulta regionale per i servizi educativi con funzioni di raccordo tra la Regione e i soggetti operanti nel settore dei servizi
educativi e il sistema informativo regionale dei servizi educativi che organizza i flussi informativi provenienti dai comuni e dai soggetti gestori per effettuare un monitoraggio annuale sulle dimensioni e le caratteristiche del sistema di offerta attivata nel territorio, per fornire un servizio informativo accessibile ai cittadini e supportare la programmazione triennale che definisce linee guida e criteri per l’attuazione degli interventi previsti dalla legge.
– Linee guida per l’adozione del sistema di prevenzione e tutela delle bambine e bambini dal rischio di abusi, maltrattamenti e condotte inappropriate da parte degli adulti, adottando lo schema tipo del codice di condotta.
– Promozione di interventi affinché i servizi educativi si dotino di un sistema di comunicazione quotidiana con i genitori, per informare agevolmente dell’assenza non giustificata delle bambine e dei bambini.
– Linee d’intervento per il supporto professionale al personale del sistema integrato di educazione e di istruzione, promozione di iniziative di formazione congiunta e di scambio di esperienze tra educatori di tutti i servizi educativi e delle scuole per l’infanzia e criteri per il monitoraggio e la valutazione della qualità dei servizi.
Il mio impegno per il Lazio è quello di continuare a mettere al centro del dibattito pubblico e dell’azione politica i bisogni e i desideri dei giovani, dei bambini e delle bambine, come portatori di diritti del presente e non del futuro.
Partire dal lavoro finora svolto in Regione Lazio – nella promozione dell’infrastruttura materiale e immateriale – continuando ad investire sul protagonismo giovanile, sostenere la comunità educante e rendere la scuola spazio di pari opportunità: libera, accessibile, egualitaria nel segno dell’educazione dell’istruzione come principale e potente strumento di contrasto e superamento delle diseguaglianze e fragilità.
Perché nessun bambino sceglie dove nascere, nessun bambino sceglie se nascere da una famiglia povera o ricca, se nascere in centro o in periferia, in una famiglia violenta o no, in una famiglia più o meno istruita. E tutte le statistiche, però, ci dicono che se avrà la possibilità di frequentare un buon servizio educativo avrà più possibilità di riuscire nella vita.
Perché dietro ad ogni azione messa in campo c’è un’idea di città che educa, che si prende cura dei suoi bambini e dei sui ragazzi attraverso una
rete di servizi educativi e scolastici accoglienti, flessibili, capaci di rinnovarsi e adeguarsi al naturale dinamismo delle famiglie. Una città in grado di offrire spazi fisici e non, dove sviluppare talenti e coltivare i cittadini e le cittadine del futuro. E’ questo ciò che voglio continuare a realizzare nella Regione Lazio.