RADIO ROMA CAPITALE, INTERVISTA SULLE CONQUISTE LEGISLATIVE REGIONALI, FATTI SAPIENZA E “I GIORNI DEL CORAGGIO”
I fatti della Sapienza sono stati un duro colpo. Le immagini dei manganelli sulle teste di studenti e studentesse sono davvero ingiustificabili. Oggi si è espressa anche la rettrice in merito, ribadendo non solo la ferma condanna a ogni forma di violenza, ma l’importanza di tutelare – a maggior ragione dentro un’Università – i Principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee. Penso sia necessario, soprattutto in questa fase politica che rischia di essere molto polarizzante, favorire il dialogo all’interno della comunità, evitare che il contrasto più aspro si sostituisca al confronto democratico. E’ una questione che evidentemente va ben oltre le mura della città universitaria, ma che al loro interno ha assunto un valore ancora più drammatico perché i luoghi del sapere devono rimanere presidi di libertà.
La scuola, l’educazione e l’istruzione rimangono i più importanti strumenti di welfare del nostro Paese e forse l’unico vero ascensore sociale che abbiamo a disposizione. In questi giorni si parla molto di merito, ma il merito si svuota di significato se non è affiancato da un solido sistema di educazione e istruzione accessibile, pubblico, di qualità poiché – come sappiamo bene – i punti di partenza non sono uguali per tutti e tutte e questo influenza chiaramente obiettivi e punti di arrivo.
Anche per questo mi sono battuta in Regione Lazio per una legge di riforma del sistema di educazione e istruzione, cosiddetto 0-6 anni: siamo stati i primi in Italia a introdurlo così come da decreto legislativo 65/2017 e lo abbiamo fatto per mettere al centro i diritti dei bambini e delle bambine come cittadini e cittadine dell’oggi e non del domani. Tutti i dati mostrano come l’accesso a servizi educativi di qualità si traduca in maggiori possibilità di riuscita e superamento delle fragilità nel futuro. La legge regionale 7/2020 ha una dotazione di 21 milioni di euro e da quando è stata approvata, nell’estate 2020, ha già iniziato a produrre i suoi effetti: abbiamo potenziato i bandi per l’abbattimento delle rette, sono stati pubblicati bandi per l’outdoor education – l’educazione diffusa e all’aperto – abbiamo istituito i coordinamenti pedagogici, sono in arrivo i bandi per sostenere la creazione di asili nido aziendali. Insomma, tante misure che vanno a sostegno delle famiglie, delle mamme lavoratrici, ma prima di tutto dei bambini e delle bambine che abbiamo voluto mettere al centro della legge, con priorità specifiche, e nell’ottica di cui parlavamo prima: l’educazione come strumento di emancipazione.
Altro tema importante su cui ho posto la mia attenzione nel corso del lavoro di Consigliera regionale e come Presidente della IX Commissione è stato la parità salariale. Lo hanno detto in tante e tanti, la pandemia ha colpito maggiormente chi già si trovava in condizioni di fragilità e in particolare precari, giovani e donne. Nel mercato del lavoro la partecipazione femminile soffre di strutturali disparità e questo non ha fatto che peggiorare durante gli anni di crisi. Ricordiamo tutti i dati del dicembre 2021 con il 99% dei precari che avevano perso il lavoro che erano donne. Di fronte a questo scenario come Regione Lazio abbiamo voluto proporre delle soluzioni concrete e strutturali con una legge quadro sul lavoro femminile che promuovesse non solo la parità retributiva, ma anche l’occupazione stabile e di qualità e l’imprenditoria femminile. Le legge 7/2021, di cui sono stata promotrice, è stata la prima in Italia a legiferare sul tema del gender pay gap e lo ha fatto con misure variegate e trasversali: gli sportelli donna nei centri per l’impiego per fare bilancio delle competenze, la formazione per il reinserimento lavorativo focalizzata su materie STEM, digitale e educazione finanziaria, un fondo da 2,5 milioni per l’imprenditoria femminile, strumenti di conciliazione come bonus baby-sitting e caregiver (di cui sono in arrivo gli avvisi pubblici). Ma anche un registro per le imprese virtuose per diffondere buone pratiche aziendali o un Protocollo con ANCI Lazio che abbiamo siglato in Estate e che ora presenteremo con tutti i Comuni per incentivare il rispetto della parità di genere negli enti locali. E poi l’obbligo di nomine paritarie o di rispettare l’equilibrio di genere negli incarichi esterni a professionisti. Insomma, una legge ampia, trasversale che va – per quanto di nostra competenza – all’origine del gap di genere nel lavoro e non solo: perché non ci può essere ripresa se non nella direzione di una più equa e paritaria alleanza di convivenza sociale.
Con “I giorni del coraggio. La forza delle donne oltre la pandemia” ho compiuto un viaggio che va dal mondo della scuola alla fecondazione assistita, dal contrasto dei disturbi alimentari alla violenza di genere, fino ai successi di una sportiva paralimpica, passando per l’esperienza unica di un nido bilingue Lis, rivivendo le difficoltà di questi mesi con una sindaca contagiata, la mamma di due ragazzi autistici, le operatrici di una casa di riposo o di un drive in, come pure un’avvocata, la direttrice di un carcere e una grande maestra d’orchestra. Il filo conduttore è quello del virus, che serve a restituire la ricchezza delle esperienze di vita e il differente impatto che la crisi – sanitaria, economica, sociale – ha avuto sulla popolazione.
L’input per scriverlo l’ho avuto proprio durante la pandemia. Un periodo duro e particolare per tutte e tutti, ma i cui effetti non sono stati ugualmente ripartiti. Da tutte le ricerche è emerso fin da subito l’impatto differenziato di una crisi che ha acuito distanze e diseguaglianze e, in particolare, ha duramente colpito le donne e le ragazze costrette a misurarsi con vecchi e nuovi ostacoli. Di fronte a una narrazione tutta al maschile dell’emergenza, con questo libro ho voluto restituire una testimonianza collettiva e di genere della pandemia: ho scelto quindici protagoniste – più la sedicesima storia, la mia – tra le tante tenaci e coraggiose donne che ho avuto la fortuna di incontrare in questo viaggio della politica e con le quali mi sono confrontata nei momenti più duri, cercando soluzioni a problemi complessi e, a volte, un semplice conforto morale.
Ho voluto raccontare le loro storie, le loro emozioni e il loro coraggio: sono tutte storie appassionanti, ma soprattutto vere, che raccontano esperienze e forza di migliaia di altre donne per le quali spero che il libro sia da stimolo nella quotidiana lotta per l’affermazione di una piena, libera ed effettiva partecipazione femminile alla vita sociale, economica e politica del nostro Paese.
Grazie a Radio Roma Capitale e il giornalista Antonio Maggiora Vergano per l’intervista. Il video dell’intervista integrale: