INDAGINE ISTAT SULL’OFFERTA DI NIDI E SERVIZI INTEGRATIVI PER LA PRIMA INFANZIA – ANNO EDUCATIVO 2020-2021

Alla fine del 2020 sono attivi in Italia 13.542 servizi educativi per la prima infanzia con oltre 350mila posti autorizzati al funzionamento, di cui il 49,1% in strutture pubbliche. I posti sono in lieve calo (-2,9%) a causa soprattutto delle sospensioni del servizio nell’intero anno educativo 2020/2021. L’impatto della pandemia è stato notevole: nel primo anno di pandemia calano iscrizioni e i mesi di frequenza, segno dell’impatto negativo registrato sui più piccoli inerente all’educazione istruzione di qualità ricevuta nel periodo pandemico nonché sul maggior carico di lavoro familiare e di cura delle donne.

Tra le criticità nella gestione dei nidi in emergenza sanitaria: maggiori costi (segnalati dal 74% dei Comuni), carenza di risorse economiche (37%), difficoltà delle famiglie nel pagare le rette (29%). Molte le misure intraprese per adattare il servizio al contesto pandemico.

Esistono ancora molte disuguaglianze nell`accesso ai nidi per la prima infanzia: lo certifica il report dell`Istat su Nidi e servizi educativi:

Il Nord-est e il Centro Italia, alla fine del 2020, consolidano la copertura dei posti disponibili rispetto ai bambini sotto i tre anni sopra il target europeo del 33% (rispettivamente 35% e 36,1%);

il Nord-ovest è sotto l`obiettivo ma non è distante (30,8%), mentre le Isole (15,9%) e il Sud (15,2%), che pur registrano un lieve miglioramento, sono ancora lontani dal target.

A livello regionale i livelli di copertura più alti si registrano in Umbria (44%), seguita da Emilia Romagna (40,7%) e Valle d`Aosta-Vallée d`Aoste (40,6%), Toscana (37,6%) e Provincia Autonoma di Trento (37,9%), seguite dal Lazio e il Friuli-Venezia Giulia dal 2019 hanno superato la soglia del 33% (rispettivamente 35,3% e 34,8%), in coda Campania e Calabria, ancora sotto il 12%. I capoluoghi di provincia hanno in media il 34,3% di copertura, mentre i comuni non capoluogo si attestano in media a 24,2 posti per 100 residenti sotto i tre anni (23,9% nel 2019).  In termini di offerta pubblica sui posti complessivi, la maggior parte delle regioni meridionali ha una quota di posti nei servizi educativi a titolarità comunale inferiore al 50% e una spesa media dei Comuni per bambino residente ben sotto il valore nazionale. Le regioni del Centro-nord che hanno superato il 33%, invece, hanno un`offerta pubblica molto consistente e radicata e anche quando le quote di pubblico sono inferiori al 50% i livelli di spesa dei Comuni sono comunque alti, non solo per la gestione dei nidi comunali, ma anche per il convenzionamento con i servizi privati.

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