REGIONE PUGLIA, 1° CONVEGNO SULLE POLITICHE DI GENERE.

Mercoledì 18 ottobre il ” I° Convegno Politiche di genere. Le azioni delle Regioni” organizzato dalla Regione Puglia. Un onore partecipare, seppur da remoto , all’evento  che vedrà la partecipazione del suo presidente Michele Emiliano, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, l’On. Titti De Simone e numerosi rappresentanti istituzionali della Regione Puglia e di altre regioni italiane assieme ad esperti delle tematiche di genere. Un’occasione di dibattito e di approfondimento sulle politiche e le azioni intraprese dalle Regioni sulla parità di genere, tra queste il Lazio, al fine di realizzare un confronto proficuo che si tramuti sempre più in una strategia di genere condivisa  sul piano nazionale .

Il quadro italiano sul perseguimento dell’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 sulla parità di genere è ancora ben lontano da potersi definire positivo.

Come rilevato dal recente rapporto ISTAT 2022 sull’ attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, l’essere madre ancora pesa sullo stato di disoccupazione femminile. Nel 2021 il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli di età inferiore ai 6 anni è risultato essere pari a 53,9% mentre quello delle donne della stessa età senza figli è di 73,9%. Ad essere più colpite sono le madri più giovani nella fascia 25-34 anni e le donne straniere, sulle quali- in termini complessivi-   incide fortemente il livello di istruzione raggiunto. Un disequilibrio che allontana il raggiungimento dell’ obiettivo 5 dell’Agenda 2030, quello della parità, al quale si aggiungono le difficoltà per le donne – rispetto agli uomini- di raggiungere posizioni di rilievo in termini di carriera e il divario retributivo.

Tuttavia nel Lazio sono state messe in campo diverse azioni per ridurre il gender gap, prima tra tutte a livello legislativo, l’approvazione della Legge 7/2021 sulla parità salariale e sostegno all’imprenditoria femminile e  lavoro di qualità  delle donne. Testo, avanguardia a livello nazionale, che ambisce a colmare quei divari di diversa natura che incidono negativamente sull’autonomia e l’autodeterminazione delle donne.

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