“SIAMO TEMPESTA”, PRIMA GIORNATA REGIONALE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI DI GENERE SUL LAVORO

In occasione della prima giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro: un momento cruciale per fare un bilancio del mercato del lavoro regionale in ottica di genere, prima ancora degli strumenti che come Regione Lazio prima e dopo questa pandemia abbiamo messo in campo in tal senso. Come Regione Lazio, grazie ad un lavoro di squadra ed insieme alle realtà sociali e sindacali, abbiamo provato a fare la nostra parte.

Un’altra tappa importante nell’applicazione della legge regionale 7/2021, un’altra tappa del percorso di rafforzamento delle politiche pubbliche a supporto dell’occupazione stabile e di qualità. 

Un percorso che parte da lontano e del quale si possono citare solo alcuni step: 

La legge di riforma dei servizi educativi (L.R. 5 Agosto 2020 n. 7 – Disposizioni relative al sistema integrato di educazione e istruzione per l’infanzia)che ha introdotto, dopo 40 anni dall’ultima normativa regionale in materia, il sistema integrato di educazione e istruzione 0/6 anni. Una legge che mira ad eliminare dalla nascita le disuguaglianze, mettendo al centro i diritti delle bambine e dei bambini al gioco, alla socialità, a una crescita sana ed equilibrata, allo studio e alla formazione. Ma anche una legge per le donne che vuole creare più infrastrutture per sanare le carenti politiche di welfare a sostegno della famiglia – perché gli ancora insufficienti posti nido nelle nostre città, incidono notevolmente sulla bassa occupazione delle donne spesso costrette a scegliere se lavorare o occuparsi della famiglia, costrette magari ad accettare un lavoro part time, che finisce per essere un part time involontario e non certo una libera scelta. 

Una legge, con una dotazione finanziaria di 21 milioni di euro, che investe e sostiene le strutture esistenti, ma anche servizi sperimentali come gli asili aziendali – e sappiamo quanto sono preziosi – con una flessibilità che si adatta ai tempi di vita delle famiglie e delle città che possono essere, e di fatto sono, molto differenti tra loro

Perché la maternità non è solo un fatto privato, ma una responsabilità sociale che non può gravare sulle spalle delle singole donne, ma deve essere presa in carico dalle istituzioni con servizi e opportunità adeguate anche a contrastare la forte denatalità del Paese. 

La Legge regionale 7/2021, da cui nasce la giornata regionale contro le discriminazioni di genere sul lavoro e gli strumenti presentati è una legge quadro dedicata alla promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile di qualità nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne

Uno strumento normativo che prova ad offrire – con 7,66 milioni di euro di dotazione finanziaria nel 2021-2023 – strumenti concreti per agire trasversalmente sulle cause profonde alla base dei divari di genere e che ho richiamato sinteticamente prima. 

Per ciò che concerne il welfare, all’interno del testo abbiamo previsto il maggiore impegno di spesa sugli strumenti di conciliazione prevedendo bonus, anche per le lavoratrici autonome, per l’acquisto di servizi di baby sitting che aiutino le lavoratrici a tornare, nel rispetto dei propri tempi, a lavoro con serenità. Ma anche buoni sperimentali per i padri che scelgono di usufruire in alternativa alle madri dei congedi parentali, perche’ crediamo nella condivisione della maternità e paternità e poi indennizzi per l’attività di caregiver: un tema molto serio che riguarda la non autosufficienza delle persone anziane (1 su 2 in Italia) e la presenza di disabilità che grava in termini di lavoro di cura non retribuito sulle spalle femminili. 

Nella legge abbiamo previsto strumenti per incentivare l’inserimento e il reinserimento lavorativo delle donne nell’ottica delle nuove competenze – STEM, digitali – partendo anche dall’educazione finanziaria che è il primo step per l’indipendenza e la consapevolezza economica. Sportelli donna nei centri per l’impiego per fare bilancio delle competenze e diffondere la cultura imprenditoriale. Un fondo ad hoc per sostenere l’imprenditoria femminile e un’attenzione specifica alle fragilità con il microcredito di emergenza per donne vittime di violenza o di tratta, ma anche ex detenute, over 60 senza sostegno familiare, mamme sole con figli a carico e donne con disabilità. 

Abbiamo previsto contributi fino al 100% per la formazione e premialità per micro, piccole e medie imprese che assumono donne a tempo indeterminato e poi uno strumento prezioso che oggi presentiamo proprio qui ossia il Registro regionale delle aziende virtuose

Il registro nasce dalla volontà di creare uno spazio di diffusione di buone pratiche aziendali e di incentivare la loro riproduzione attraverso un sistema di incentivi previsto per le sole imprese iscritte al registro stesso: l’avviso pubblico per l’iscrizione prevedrà dei criteri tra cui, oltre alla comprovata erogazione di retribuzioni prive di divari ingiustificati, la presenza del nido aziendale o l’equa proporzione di donne in posizione apicale interna. 

E proprio in tema di rappresentanza femminile e tetti di cristallo si inseriscono le disposizioni con cui la Regione si impegna a garantire l’alternanza di genere nell’affidamento di incarichi esterni a professionisti o nelle proprie nomine di competenza – che non potranno riguarda per più di 2/3 su base annuale lo stesso genere

Sempre oggi presentiamo e sigliamo il Protocollo con ANCI Lazio – che ringrazio – per il monitoraggio sulla composizione delle giunte comunali e l’istituzione di un riconoscimento definito “Certificazione di equità di genere” da assegnare ai comuni che realizzino interventi volti a promuovere e a valorizzare la parità di genere.

A questo si aggiunge l’adozione di linee di indirizzo per la redazione di bandi, avvisi pubblici, graduatorie con cui prevediamo fino al 5% in più nei punteggi per i Comuni virtuosi che, tra le altre cose, rispettano l’equa rappresentanza nelle giunte e nei ruoli apicali dell’ente, costituiscono un CUG e adottano il bilancio di genere

Tutto questo, nella nostra Regione, è parte di una vera e propria strategia, una “cura d’urto” per risolvere, una volta per tutte, criticità che si intersecano e alimentano tra di loro.

Lo abbiamo fatto cercando di avere uno sguardo trasversale che dal locale guardi al globale, anticipando in alcuni casi anche le misure del  Governo.

Lo abbiamo fatto grazie ad un lavoro di squadra con le colleghe di maggioranza del consiglio regionale e con la giunta Zingaretti. 

Lo abbiamo fatto insieme a molte e molti di voi, a una rete forte e ramificata che va dalle parti sociali, i sindacati, le associazioni di categorie, le associazioni datoriali, le centrali cooperative, per abbracciare il mondo della scuola, del sociale, dell’associazionismo. Lo abbiamo fatto con le libere professioniste. Un dialogo costante e proficuo che è dietro a ogni provvedimento che abbiamo portato a casa, compresa la legge da cui è nato tutto questo. 

Ora dobbiamo continuare a lavorare, a lottare. Si a lottare perché tutte insieme dobbiamo creare una forza d’urto femminile per cancellare le vergogne che umiliano le donne e sfigurano il nostro Paese. Dobbiamo diventare noi donne leader della rinascita, della ripresa di questo Paese.

Dobbiamo, come tenaci maestre, dare risposte concrete ai tanti problemi del tempo, avendo come priorità le sfide dell’occupazione e il potenziamento della partecipazione femminile al mercato del lavoro che è un elemento indispensabile alla crescita e allo sviluppo della società tutta. 

È questa la premessa di un nuovo rinascimento, di un nuovo contratto sociale in cui l’effettiva parità – l’uguaglianza sostanziale e non solo formale tra uomini e donne, così come prescrive l’articolo 3 della Costituzione – si faccia requisito essenziale, presupposto e garanzia della partecipazione libera e democratica di tutte le cittadine e i cittadini italia.

Leggi il regolamento attuativo sulla Legge per la parità salariale

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