TRENT’ANNI DALLA STRAGE DI CAPACI, COLTIVIAMO LA MEMORIA PER GIOVANI PIU’ CONSAPEVOLI
23 maggio 1992. A trent’anni dalla strage di Capaci in cui rimase ucciso il giudice Giovanni Falcone, la moglie e magistrata Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, resta vivo il desiderio di una società libera dalle mafie e da ogni forma di intimidazione. Come allora è una battaglia di civiltà.
Coltivare la memoria è importante in primo luogo per le giovani generazioni, per un’educazione ai valori della legalità e della giustizia. A tal fine, la Regione Lazio ha avviato dagli scorsi mesi il “Festival della legalità”, una efficiente campagna di sensibilizzazione per le scuole sui temi della lotta alla mafia portando nelle piazze e nei territori la storia degli anni delle stragi di mafia con l’esempio concreto dei resti dell’auto in cui perse la vita il giudice Falcone.
Sorprendente l’impatto avuto da queste iniziative sui ragazzi e le ragazze. Dal sondaggio Regione Lazio/Youtrend sulla percezione delle mafie nel Lazio e sulla memoria nei giovani tra i 16 e i 30 anni delle stragi di Capaci e via D’Amelio, emerge una generazione di giovani consapevoli e attenti alle questioni sociali e alla legalità, il 71% di loro riconosce la pericolosità della mafia rispetto alla criminalità organizzata. Segnale forte e positivo della vicinanza dell’ Istituzione regionale percepita dai ragazzi e dai giovani adulti e del rispetto delle Istituzioni nel loro complesso.