PD REGIONALE, AGORA’ “IL LAZIO CAMBIA CON LA FORZA DELLE DONNE”
In una grande Agorà delle donne del Lazio ho portato il mio contributo al panel sul lavoro femminile di qualità, formazione e conciliazione tempi vita/lavoro. Un confronto ampio e proficuo alla presenza del presidente Nicola Zingaretti, il segretario del Partito Democratico del Lazio Bruno Astorre, la vicesegretaria Sara Battisti, le parlamentari Cecilia D’Elia, Valeria Valente, e Chiara Gribaudo, l’assessora Enrica Onorati, le consigliere Michela Di Biase, Marta Bonafoni e Michela Califano, la Capogruppo in Campidoglio Valeria Baglio e Francesca Sbardella Sindaca di Frascati e con rappresentanti dei vari settori.
Abbiamo approfondito le leggi e i provvedimenti della Regione Lazio per le donne. Non misure spot, ma atti con una visione del mondo e una funzione culturale che può e deve cambiare i comportamenti.
Al sostegno e alla valorizzazione dei talenti e delle competenze delle donne ho dedicato molta della mia attività in questi oltre 4 anni in Consiglio regionale del Lazio, ma, e lo dico sempre, mai come ora credo sia fondamentale supportare spazi di riflessioni come quello di oggi che, tra l’altro, sono esempio della preziosa sinergia che si può creare tra mondo istituzionale, associazionismo e imprese.
La crisi che abbiamo vissuto e stiamo vivendo a causa della pandemia si è tradotta – dati alla mano – in una vera e propria recessione al femminile. Le donne sono state in prima linea nella lotta al virus e contemporaneamente i soggetti maggiormente penalizzati dalla crisi economica che ne è scaturita, a causa delle strutturali diseguaglianze nella loro partecipazione al mercato del lavoro. I dati preoccupanti della pandemia si aggiungono ad un quadro di contesto notoriamente critico, di un mercato del lavoro, quello italiano, strutturalmente caratterizzato da divari di genere rilevanti in termini di partecipazione al lavoro, livelli e qualità dell’occupazione.
Ecco perché quando parliamo di leggi e politiche dobbiamo sempre tenere in mente lo stato delle cose e su questo stato delle cose abbiamo provato ad intervenire con la legge regionale 7/2021 che è una legge quadro dedicata alla promozione della parità salariale, al sostegno dell’occupazione femminile stabile e di qualità, all’imprenditoria femminile e alla valorizzazione delle competenze delle donne. Una legge che ha cercato di dare strumenti concreti per interpretare alla radice le diseguaglianze e intervenire nelle varie dimensioni in cui si declina il gap di genere nel lavoro: nelle libere professioni dove non esistono minimi salariali, nel maggiore carico di lavoro di cura non retribuito, nella maggiore propensione delle donne a
fare rinunce, anche nelle scelte di studio che sono spesso indirizzato su percorsi meno specializzanti e meno retribuiti.
Quando si parla di parità di genere, non si può non parlare di lavoro. Perché l’esclusione o la segregazione dal e nel lavoro è una forma, assai subdola, di violenza. Da un lato c’è l’esclusione dalla vita sociale, da un ambito che contribuisce alla determinazione dell’identità e il perpetuare la
dipendenza economica da altri, spesso da uomini. Dall’altro c’è la non indipendenza economica, che rende difficilissimo – se non impossibile –
l’emanciparsi dalla violenza più tradizionale oltre che la piena realizzazione di sé stesse.