I FIGLI ORFANI DI FEMMINICIDIO: PRESI IN CARICO DALLA REGIONE LAZIO 30 RAGAZZI FINO AI 29 ANNI

Quello dei figli orfani di femminicidio è davvero un dramma sociale, ma rimane silenzioso. Bambini e ragazzi spesso vittime invisibili della violenza di genere e della violenza domestica e privati del loro diritto all’infanzia per mano di un uomo violento che ha ucciso la loro madre. I bambini orfani di femminicidio perdono due genitori: la mamma, perché uccisa e il padre, perché assassino e in alcuni casi (il 30%) morto suicida.

I dati ci dicono che sono oltre 2 mila i bambini e le bambine, ragazzi e ragazze che in Italia hanno subito un femminicidio in ambito domestico. Nella maggioranza dei casi (l’84%) ha assistito all’omicidio o era presente al momento della violenza. Ma oltre ai numeri sono devastanti gli effetti sul loro futuro dal punto di vista psicologico e sociale. È quindi dovere delle istituzioni renderli visibili e aiutarli a credere nella giustizia e nelle istituzioni. La presa in carico di questi minori e delle donne vittime di violenza è prioritaria.

Lo abbiamo fatto in Regione Lazio con la legge regionale 4/2014 contro la violenza sulle donne su cui quest’anno abbiamo raddoppiato i fondi rispetto allo scorso con 300 mila euro per la misura di sostegno agli orfani di femminicidio e un investimento totale di 1 milione e 875mila euro. Abbiamo fatto una scelta precisa: quei minori sono a nostro carico e li sosteniamo con un contributo di 10 mila euro l’anno fino al 29esimo anno di età. Al momento sono più di trenta e ognuno di loro porta con sé un dolore e una storia che abbiamo deciso dovesse essere anche nostra. A questo si aggiungono tutta una serie di misure portate avanti in maniera virtuosa dalla Regione Lazio per il contrasto alla violenza di genere come lo stanziamento di 300mila euro per un bando rivolto ai Comuni e alle reti di Comuni del Lazio in collaborazione con il terzo settore. Un finanziamento importante da 268mila euro per l’istituzione di nuovi Centri antiviolenza e per il potenziamento della rete, di cui – grazie a 200mila euro di finanziamento – 5 in apertura negli Atenei del Lazio. Il finanziamento a iniziative di educazione, sensibilizzazione, formazione e promozione sui temi delle pari opportunità e del contrasto alla violenza di genere in collaborazione con istituzioni e associazioni, tra questi il Premio Colasanti-Lopez nelle scuole superiori del Lazio. Di recente abbiamo anche rinnovato e potenziato con ulteriori 50mila euro il Protocollo per il patrocinio legale gratuito con l’Ordine degli avvocati di Roma proprio per sostenere le donne vittime di violenza più in difficoltà. Non solo, con la legge sulla parità salariale e il sostegno all’occupazione femminile puntiamo su specifiche misure per il reinserimento lavorativo, il sostegno al credito e all’autoimprenditorialità per tutte le donne e in particolar modo per coloro che hanno subito violenze, perché crediamo fortemente che il lavoro libera dalla violenza. Il lavoro ci rende libere.

La nostra Regione  – grazie alla grande attenzione e sensibilità dell’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti – continua a mostrarsi  dalla parte del contrasto alla violenza e della diffusione delle pari opportunità.

È un dovere morale che dobbiamo a ogni donna che è morta per mano del suo compagno e ogni bambino e ogni bambina che ha dovuto soffrire due volte. Noi dobbiamo essere il sollievo, il sostegno. Dire che lo Stato, nonostante tutto, c’è. E lavorare affinché sempre meno minori debbano soffrire un tale dramma che è sociale, umano, politico. Inaccettabile.

Ringrazio tutte le autorevoli relatrici e relatori presenti al convegno “Gli invisibili” organizzato da Aires Onlus nella Sala Zuccari del Senato giovedì 24 marzo. La senatrice Valeria Valente, la ministra alle Pari Opportunità e famiglia Elena Bonetti, la presidente di Aires Onlus Maddalena Cialdella, l’Autorità Garante dell’infanzia e adolescenza Carla Garlatti, l’avvocato Gian Ettore Gassani e la giornaliste Rai Emma D’Aquino ed Eleonora Daniele.

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