SENZA DIMORA, UNA PROPOSTA DI LEGGE PER L’UNIVERSALITA’ DELLE CURE

Senza dimora. Un popolo di invisibili solo perché nessuno vuole vederli. Cominciamo a vederli.

Oggi il quotidiano la Repubblica parla della proposta di legge che ho depositato prima dell’estate ed è ispirata al principio di eguaglianza sostanziale e di universalità delle cure e si propone come uno strumento per garantire pari dignità e possibilità di accesso all’assistenza sanitaria di base ai senza dimora.
Nell’attuale momento storico in cui le esigenze di tutela della salute pubblica sono diventate ancora più prioritarie ed urgenti a causa della pandemia e nel quale la dimensione collettiva del diritto della salute emerge con sempre maggiore evidenza, il testo è un segnale che mette al centro del dibattito da una parte il diritto alla salute e dall’altra la necessità di riconoscere e tutelare chi ha più fragilità.
La proposta prevede che l’iscrizione agli elenchi avvenga su segnalazione dei servizi sociali competenti, che possono avvalersi del contributo degli enti del Terzo Settore.
Un segnale importante alla luce dell’emergenza pandemica dove nelle nostre città si è rafforzata, talvolta creata, una rete di solidarietà e cura dal basso che ha visto l’associazionismo in prima linea e che sul lungo termine rappresenta un faro.

Il modello di società che immaginiamo nella ricostruzione post-pandemia è quello che passa per la riduzione delle disuguaglianze sociali, applicando autenticamente l’articolo 3 della Costituzione, e partendo inevitabilmente dal garantire a tutte e tutti l’accesso alle cure che non significa solo tutelare il diritto alla salute delle persone, ma alla dignità.

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