Venerdì 15 gennaio | Contrasto all’omotransfobia: dal ddl Zan alle leggi regionali – Dà voce al rispetto

Con molto piacere questa sera ho partecipato a un incontro online sulla pagine FB di “Dà voce al rispetto”, dedicato al contrasto all’omotransfobia.

E’ sempre un piacere partecipare ad occasioni di confronto come queste che consentono alle donne e agli uomini delle istituzioni di tenere un dialogo aperto e proattivo con i destinatari delle politiche pubbliche e tutti i soggetti che di volta in volta e a vario titolo si occupano delle materie su cui lavoriamo, nel nostro caso in consiglio regionale.

Come Presidente della IX Commissione in consiglio regionale del Lazio, mi occupo di scuola, pari opportunità, politiche giovanili e lavoro e in quella sede tante sono le battaglie portate avanti e anche quelle già vinte.

Sicuramente quello del contrasto all’omobitransfobia è uno di questi percorsi. Un viaggio che nasce quasi a inizio consiliatura con le varie proposte di legge che poi si è deciso unire nel testo unificato appunto che è al momento incaridinato in commissione e sul quale proseguono, pur nelle difficoltà del periodo, le audizioni. Come è prassi ben nota nella IX Commissione ogni proposta di legge segue un iter partecipato che cerca di cogliere le sfumature delle questioni e di creare un testo legislativo che sia il più possibile calato nelle vite e nelle esigenze dei beneficiari. Anche in questo caso abbiamo aperto un confronto franco con tantissime associazioni, enti, organizzazioni della comunità LGBTQI+ e contiamo a breve di iniziare il lavoro di rifinitura che con gli emendamenti sono certa migliorerà il testo base.

Faccio questa premessa perché sono molto orgogliosa del lavoro già svolto su tanti altri temi – come l’educazione o/6 anni, la parità salariale, le tutele per i lavoratori digitali – e sono orgogliosa anche dell’impegno che come Regione Lazio ci siamo presi per portare avanti questa proposta di legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Lo abbiamo fatto perché crediamo fermamente nel lavoro che il Parlamento già dalla scorsa legislatura sta portando avanti e in particolare ora, con il disegno di legge Zan che è stato più volte citato.

Chiaramente come assemblea legislativa regionale non abbiamo le competenze per intervenire sul piano penale, ma ci inseriamo a completamente di quel percorso virtuoso per dotare tutte e tutti di strumenti importanti sul tema.

Penso sicuramente al fondo di solidarietà per  vittime di aggressioni omotransfobiche, ma anche al simbolico/pratico impegno a costituirci parte civile – come regione – in questi processi. C’è tutto il tema della formazione del personale regionale e in particolare del personale del servizio sanitario, ma anche la promozione di politiche attive del lavoro per favorire l’inserimento lavorativo ed evitare l’esposizione al rischio esclusione sociale. Molto importante e trasversale è l’impegno a promuovere la diffusione di una cultura del rispetto e della dignità, anche tramite specifiche campagne di informazione e sensibilizzazione. E’ inoltre previsto il sostegno psicologico e forme di accoglienza e soccorso alle vittime di discriminazioni.

E’ sicuramente un testo corposo e migliorabile nel quale però abbiamo messo in molte e molti il cuore, perché come accade per tutte le battaglie giuste, la fatica viene sempre ricompensata e si lascia un po’ di noi in ciò che facciamo.

Come ho detto più volte, questa legge non rappresenta una sfida semplice e stiamo affrontando il percorso consapevoli che non è certo un’azione, un progetto, una legge a risolvere il problema delle discriminazioni e delle violenze omobitransfobiche. Ma tante leggi, tante azioni e tanti progetti possono imprimere un cambiamento.

In questa fase di audizioni è davvero molto emozionante ascoltare storie di vite vissute. E’ emozionante ascoltare le mamme che non possono accompagnare i figli in ospedale perché legalmente non riconosciute, i genitori che si mettono insieme per aiutare altri genitori, i collettivi degli studenti, i malati di HIV che convivono con uno stigma sociale ormai insostenibile, le famiglie arcobaleno.

Ecco. Esiste l’odio, esistono le discriminazioni ed esiste l’ignoranza, ma esistono anche ragazze e ragazzi, mamme e papà, donne e uomini meravigliosi che aspettano un segnale per potersi sentire accolti in un abbraccio, anche da parte delle istituzioni.

Nonostante tutti gli sforzi di chi cerca di nasconderle, le loro vite esistono e noi abbiamo il dovere di onorare i valori del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, quelli di una terra dei diritti e della libertà e per questo ci siamo messi al fianco anche delle associazioni che da anni si occupano di questi temi, a lavorare per completare il lavoro fatto a livello nazionale e costruiremo un Lazio dove nessuno resta davvero indietro.

Su questo voglio essere chiara, se ci sono perplessità e nodi da sciogliere lo faremo insieme. La politica è l’arte di risolvere i conflitti e questa è una materia complessa.  Ma io mi batterò sempre perché le vite di tutti e tutte siano veramente uguali, rispettate e meritevoli di un riconoscimento. Perché quello dei diritti non è il campo delle strumentalizzazioni e dei personalismi, ma il campo della piena dignità dell’essere umano. E noi vogliamo essere dalla parte giusta.

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