LEGGE 0-6 ANNI, LA MIA INTERVISTA ALL’AGENZIA DIRE: “COMBATTIAMO LE DISUGUAGLIANZE”

di Silvia Mari e Annalisa Ramundo

ROMA – La riforma del sistema di educazione e istruzione 0-6 anni, approvata il 15 luglio dalla Regione Lazio, è “una legge contro le diseguaglianze“. Ne è convinta Eleonora Mattia, presidente della Commissione Istruzione, Politiche Giovanili e Pari Opportunità della Regione Lazio e prima firmataria della norma, presentata in un’intervista esclusiva all’agenzia di stampa Dire, che rivoluzionerà i servizi “socio-assistenziali” all’infanzia regionali, trasformandoli in veri e propri “servizi di educazione e istruzione” che accompagneranno bambine e bambini nella crescita fin dalla più tenera età.

L’ambizione, a 40 anni dall’ultima legge sugli asili nido “a firma di Leda Colombini”, è di “dare la possibilità di accedere ad un asilo nido a tutte le bambine e a tutti i bambini del Lazio” e di raggiungere in tutta la Regione il parametro europeo “del 33%” grazie ad un investimento da 48,5 milioni di euro nel triennio 2020-22. “La legge sarà finanziata per quest’anno con 10 milioni di euro- spiega nel corso dell’intervista- per il prossimo anno con 17 milioni di euro e per l’anno successivo con 21 milioni di euro, escluse tutte le risorse statali”.

In più, “proprio in questi giorni la Giunta regionale sta facendo delle call per recepire tutti gli input da tradurre e declinare nel programma dei fondi europei. Contiamo di introdurre una linea di finanziamento attraverso i fondi europei dedicati proprio agli asili nido” e di “arrivare in due anni ad asili gratuiti per tutti”. Non solo. La legge permetterà anche di “riconoscere le esperienze di qualità” che finora sono rimaste fuori dal sistema di accreditamento regionale, a cui potranno partecipare “tutti quei privati che rispettano quanto indicato dal decreto legislativo 65 del 2017. In questo modo- sottolinea Mattia- si farà anche la differenza con chi invece non presta un servizio di educazione ed istruzione, ma soltanto di baby-sitting e ludoteca”.

Si andranno, quindi, a regolarizzare “tutte quelle esperienze di outdoor education“, come “asili nel bosco, nel mare, agrinido”, che si sono dimostrati particolarmente preziosi nel periodo post-lockdown, e “tutte le insegnanti dovranno avere il diploma di laurea”. Previste anche delle premialità per l’accesso ai servizi educativi (per cui si passerà “da un sistema a domanda individuale a un sistema universale”). Tra i destinatari “bambine e bambini orfani di femminicidio” o “con bisogni speciali”, ricorda Mattia, ma anche per i figli di detenuti e “donne maltrattate, ospiti di case rifugio o case famiglia”. Saranno regolarizzati anche gli spazi gioco, con fondi dedicati all’ecosostenibilità degli spazi e del materiale utilizzato nelle strutture degli asili.

“Ci sarà la possibilità, per Comuni e Municipi, di aprire uno spazio famiglia- sottolinea la consigliera regionale- con un percorso di accompagnamento tra famiglie e bambine e bambini, perché non tutti sono preparati ad una buona genitorialità. Questo spazio, anche con l’aiuto di specialisti, potrà aiutare queste famiglie. L’educazione è una questione di cuore- conclude Mattia- E noi ce ne abbiamo messo tanto”.