Con l’obiettivo di verificare come è circolato il Coronavirus in determinati contesti, la Regione Lazio ha approvato la delibera che contiene le indicazioni per effettuare test sierologici su operatori sanitari, Forze dell’Ordine nel territorio regionale e in specifici contesti di comunità all’interno di indagini di sieroprevalenza.

Si tratta della più grande indagine epidemiologica che verrà svolta nel nostro Paese e l’adesione al test è individuale e volontaria e il risultato non genera patenti di immunità. In caso di riscontro di positività sierologica alle IgG (immunoglobuline G) si dovrà eseguire il tampone naso-faringeo e, in caso di positività, il soggetto deve esser posto in isolamento, con segnalazione al medico curante.

Le forze dell’ordine che hanno aderito all’indagine sono la Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Polizia Penitenziaria, l’Esercito ‘Strade Sicure’, la Guardia di Finanza, la Guardia Costiera e la Polizia locale, grazie al protocollo d’intesa che la Regione Lazio sottoscriverà con Anci Lazio. Il massimo coinvolgimento di chi è impegnato in prima linea per il controllo del territorio e il rispetto delle norme di contenimento sociale, infatti, fornirà dati ancora più utili sulla situazione del contagio nella nostra regione.

Le caratteristiche tecniche per le indagini di sieroprevalenza sono di diverse tipologie di metodiche: in particolare, le tecniche ELISA e CLIA che richiedono un prelievo venoso e fluorescenza in POCT che richiede prelievo capillare.

Per il momento, con la delibera approvata, sono state avviate  le procedure di evidenza pubblica per l’acquisto dei 300 mila kit diagnostici. I campioni saranno tutti informatizzati e conservati presso la Bio-banca dell’Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani. Una volta espletate le procedure di gara si partirà con i test agli operatori del Servizio sanitario e agli operatori della nostra regione.

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