AGRICOLTURA, DALLA REGIONE LAZIO 21 MILIONI AI GIOVANI PER AVVIARE NUOVE IMPRESE

Trecento giovani agricoltori laziali riceveranno fondi dalla Regione Lazio per avviare una micro o piccola impresa del settore. E’ stata, infatti, pubblicata la graduatoria della “Misura 6.1” del Programma di Sviluppo Rurale Lazio che, grazie al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), ha l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale nella gestione delle imprese agricole, incentivando anche i processi di ricomposizione fondiaria, nonché a promuovere tecniche innovative per le aziende agricole e agevolare l’accesso al capitale fondiario da parte di giovani agricoltori.

I soggetti beneficiari sono giovani agricoltori con età compresa tra 18 e 40 anni compiuti al momento della presentazione della domanda di sostegno, che hanno presentato, entro il termine previsto, un Piano di Sviluppo Aziendale.

Il sostegno concesso per l’insediamento è di 70 mila euro e l’aiuto sarà corrisposto obbligatoriamente in due rate, di cui la prima rappresenta il 70% e la seconda il restante 30% dell’importo del premio.

Dei 300 beneficiari, 112 sono della provincia di Rieti, colpita dagli eventi sismici. Una zona del Lazio particolarmente bisognosa di rilanciare l’economia locale e che, grazie a questi fondi, potrà garantire un futuro ai giovani che non vogliono lasciare la propria terra.

Questi fondi giungono provvidenziali per i giovani agricoltori del Lazio anche per il particolare grave momento di crisi che il comparto sta attraversando per l’emergenza Covid-19. Per tale ragione, l’assessorato regionale all’Agricoltura di Enrica Onorati si sta già attrezzando per allineare la programmazione europea al delicatissimo momento storico, adottando nuovi bandi o intervenendo, visto il successo di misure come la 6.1, con ulteriori dotazioni finanziarie per permettere scorrimenti di graduatorie. Garantire liquidità al comparto è fondamentale per tamponare gli effetti della crisi e garantire un futuro alle aziende agricole del Lazio.

Allo stato attuale, il Lazio ha messo a bando il 95% delle risorse disponibili. Ne deriva quindi che non resta che un 5% di risorse ancora disponibile. Poche, ma comunque importanti se non fondamentali in un momento in cui il territorio vive una crisi inaspettata e senza un limite temporale. Appare doveroso oltre che necessario adottare ogni possibile  semplificazione operativa utile a consentire la più ampia partecipazione e la massima tempestività nell’utilizzo da parte della collettività di queste risorse. E opportuno, allora, che la Regione Lazio avanzi un motivata richiesta alla
Commissione Europea affinché autorizzi modifiche e rimodulazioni del PSR 2014-2020 volte a “liberare” risorse necessarie a fronteggiare l’emergenza. Questo permetterebbe di poter iniettare immediatamente risorse sul territorio
investendole a favore delle “misure a superficie” per l’adozione di tecniche colturali rispettose dell’ambiente e della biodiversità che non richiedono progettualità impegnative. E’ da rilevare, inoltre, l’opportunità e la necessità di investire sul futuro della nostra Regione. Ridare speranza e prospettive di sviluppo ad un territorio già duramente provata negli ultimi anni anche dal devastante e terribile terremoto del 2016. I giovani stanno ripopolando con entusiasmo i comuni laziali con attività economiche importanti per il rilancio e lo sviluppo di un comparto duramente provato. La grande partecipazione all’avviso pubblico della sottomisura 6.1.1. –Insediamento giovani agricoltori, evidenziato dal numero molto elevato di domande presentate, sono la manifestazione straordinaria del vivo interesse di una nuova generazione di imprenditori verso il mondo dell’agricoltura. La speranza ed il supporto ai giovani, allocando parte delle somme disponibili
della programmazione non ancora impegnate a garanzia dello scorrimento della graduatoria già pubblicata, appare un’azione necessaria in questo momento di grande difficoltà anche per le nuove attività. In tal modo sarà possibile ammettere a contributo i progetti istruiti e valutati ammissibili ma ad oggi non finanziabili per carenza di fondi.
Ma la Regione deve oggi guardare al futuro anche secondo una diversa prospettiva. Le aziende devono valutare come adattarsi ai cambiamenti strutturali che rimarranno in essere una volta sconfitto il virus. Le misure restrittive hanno evidenziato la crescente necessità dei consumatori di avere transazioni contactless utilizzando consegne a domicilio
Questo ha evidenziato l’inadeguatezza di moltissime aziende che nel post covid19 saranno costrette ad adottare nuove tecnologie in grado di migliorare resilienza e competitività. La Regione deve essere vicina alle aziende anche in questa ricerca volta a trovare nuovi paradigmi per le diverse sfide economiche che la realtà, a volte imprevista, impone ed alle quali, come ha insegnato la pandemia che stiamo vivendo, occorre rispondere rapidamente a tutela di tutti.

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