CONTRO IL VENTO SOVRANISTA L’EUROPA E’ UN BALUARDO DA DIFENDERE

Il voto di domenica, per il Parlamento Europeo, non è soltanto un voto dalla forte valenza politica per l’Italia ma un momento di fondamentale importanza per il futuro di tutti noi. Ha ragione il presidente della Repubblica Mattarella quando afferma che “Gli euroscettici risvegliano il senso di appartenenza degli europei”. Contro questo vento sovranista, infatti, il valore di Europa è un baluardo che dobbiamo difendere.

Un’Europa che oggi diamo per scontata ma nasce, in un momento storico difficilissimo, dal sogno visionario di alcuni grandi uomini che, nell’estate del 1941, mentre si trovano al confino a Ventotene come oppositori del regime fascista, danno vita al Manifesto di Ventotene.

Il sogno europeista di Altiero Spinelli incarna un ideale di pace e democrazia. Insieme a Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, prevedendo la caduta dei regimi totalitari, auspicarono nel celebre Manifesto di Ventotene la rinascita delle democrazie europee, in virtù della fondazione di una forza sopranazionale europea retta sul suffragio universale. Sono i precursori di quella che, molti anni dopo, sarebbe divenuta la CEE e poi Unione europea, secondo un’idea che si fondava sulla necessità di eliminare radicalmente le mire totalitaristiche e autoritarie che, proprio negli anni della redazione del Manifesto, stavano insanguinando l’Europa con la Seconda guerra mondiale.

Su queste premesse nacque, nel 1943, il Movimento Federalista Europeo. La modernità del pensiero di Altiero Spinelli può evincersi già dal preambolo del Manifesto: “l’uomo non deve essere un mero strumento altrui, ma un autonomo centro di vita”. Dichiarazione tutt’altro che scontata e facile da sostenere, se si considera il particolare periodo storico e l’estrema durezza del regime fascista verso i dissidenti politici. Nel 1950, dopo anni di lotta politica attiva antifascista, e in continuità con l’ambizioso quanto nobile progetto iniziato nel 1941 col manifesto, Spinelli rilancia l’iniziativa federalista attraverso una petizione popolare per la “Costituente europea” che verrà sottoscritta da figure di primo piano del mondo politico e culturale dell’epoca, tra cui Alcide De Gasperi, oltre allo straordinario consenso popolare espresso con oltre mezzo milione di firme di cittadini in appena un anno.

Credo che conoscere e le origini dell’Europa sia fondamentale per comprendere che ciò che oggi diamo per scontato non lo è affatto. Oltre 70 anni di pace, un periodo lunghissimo per il nostro continente, sono figli di quel sogno europeo. Come pure tutti quei diritti e quelle opportunità che oggi abbiamo, in materia di formazione ed istruzione, di scambi culturali e commerciali, di libera circolazione di uomini e merci, di tutele alimentari e nei mercati. Con tutte le difficoltà che ci sono, e su cui dobbiamo lavorare per superarle, viviamo comunque nel più grande mercato al mondo, con 508 milioni di cittadini, 24 milioni di imprese e 14.000 miliardi di Pil annuo. Un sistema articolato e complesso che, negli ultimi 25 anni, grazie al libero scambio, ha creato 3 milioni e 600 mila posti di lavoro, incrementato il Pil pro-capite di ogni cittadino di oltre 1000 euro.

Quella parte di sovranità a cui abbiamo rinunciato è stata ripagata guadagnando in stabilità. E’ indubbio che ci sia ancora da fare, a cominciare dalla gestione dei migranti e dall’equità fiscale fra gli Stati, ma abbiamo ancora bisogno di quella passione e di quella lungimiranza del coraggioso disegno politico di Altiero Spinelli. Il Manifesto resta per tutti noi il più alto riferimento europeista e un monito per quanto resta ancora incompiuto.

E poiché spetta sempre ai politici fare leggi e riforme, e noi abbiamo la facoltà di eleggere direttamente gli Europarlamentari, domenica sarà fondamentale andare a votare e scegliere chi, meglio di altri, può continuare quel sogno visionario contenuto nel Manifesto, quello che per tutti noi resta il più alto riferimento europeista e un monito per quanto resta ancora incompiuto.