LAVORO, MATTIA: “APPROVATA IN COMMISSIONE LEGGE EQUO COMPENSO RIVALUTA PROFESSIONALITA’ E COMPETENZE PER MIGLIAIA DI PROFESSIONISTI”
“La legge sull’equo compenso, approvata oggi in IX Commissione lavoro, è la risposta della Regione Lazio ad un governo centrale che svilisce le professionalità e la formazione universitaria, con migliaia di laureati che ogni anno lasciano il Paese. La crisi economica non ha risparmiato i liberi professionisti, con riforme che, negli ultimi anni, hanno generato una concorrenza al ribasso a scapito dell’opera professionale prestata”.
Lo dichiara la presidente della IX Commissione consiliare, Eleonora Mattia, al termine della votazione che, oggi alla Pisana, ha visto licenziare la proposta di legge n.69 su “disposizioni in materia di equo compenso e tutela delle prestazioni professionali”.
“Nei limiti delle competenze legislative regionali, – spiega Mattia – con questa legge si introducono strumenti, da un lato, per garantire che la Regione, le società controllate e gli enti strumentali riconoscano compensi equi ai professionisti; dall’altro per assicurare al professionista di ricevere il pagamento delle spettanze a pena di sospensione del procedimento amministrativo che ha richiesto la prestazione del professionista. Vengono inoltre negate le autorizzazioni a chi non paga il progettista”.
“La proposta di legge, presentata da me e da Salvatore La Penna e sottoscritta da tutte le forze politiche – sottolinea Mattia – è stata il frutto di un intenso lavoro di confronto con tutti i professionisti, sia quelli organizzati in ordini, sia quelli privi di organismi di rappresentanza grazie al quale si è potuto estendere l’equo compensoanche alle professioni non organizzate per le quali non vi sono decreti ministeriali che fissino il compenso equo e prevedere che il principio dell’equo compenso sia esteso anche alle professioni sanitarie che esercitano la propria attività a tutela della salute dei cittadini tutti”.
“Obiettivo della legge – conclude – è quello di far fronte ad un calo dei redditi dei professionisti italiani che, tra il 2005 e il 2017, ha raggiunto il 20% e alle differenze economiche legate all’età e al genere: basti pensare che il reddito medio di un professionista under 40 arriva al 50% di quello di un ultracinquantenne mentre le donne non vanno oltre il 56% del reddito degli uomini”.